mercoledì 9 luglio 2014

Esplode la protesta dei lavoratori forestali: i sindacati occupano la sala consiliare della Regione

Termina la protesta dei lavoratori forestali alla Regione Campania. I segretari regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil dopo aver occupato l'aula consiliare hanno incontrato il presidente del consiglio di palazzo Santa Lucia, Pietro Foglia, che ha contattato l'assessore alle Finanze, Gaetano Giancane, quello all'Agricoltura, Daniela Nugnes.
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martedì 8 luglio 2014

Anche una delegazione sannita alla manifestazione a Napoli il 9 luglio per i forestali

I lavoratori sanniti, dipendenti delle Comunità Montana del Fortore, Alto-Tammaro-Titerno, Taburno, amministrazione Provinciale e STAPF, parteciperanno in massa. I lavoratori forestali del Sannio partiranno da Benevento con bus e pullman alla volta di Napoli con l’obiettivo di presidiare i lavori Consiliari presso la sede Regionale del Centro Direzionale.
Anche una delegazione sannita alla manifestazione a Napoli il 9 luglio per i forestali

sabato 5 luglio 2014

Eni indagata per corruzione internazionale. Inchiesta sul grande giacimento in Nigeria

Il gruppo petrolifero pubblico accusato per la concessione del più grande deposito petrolifero del paese africano, un affare da un miliardo di euro. Indagato Scaroni, nelle carte il nome del faccendiere Bisignani. Il pm milanese De Pasquale chiama in causa l’uomo d’affari Di Nardo che avrebbe agito da intermediario

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sabato 21 giugno 2014

Ritorna il lavoro di ricerca sulla ruralità: il Fortore alla ribalta internazionale nei 4 giorni di 'Liminaria'

Dal 25 al 28 giugno con Liminaria il Fortore si affaccia alla ribalta internazionale. Quattro giorni di full immersion nei suoni, nei colori, nei sapori dell’entroterra campano attraverso workshop e attività ispirati alle potenzialità delle comunità rurali, che si svolgeranno a San Marco dei Cavoti e Molinara. Un progetto, quello di ‘Liminaria’, che si propone di raccontare il territorio del Fortore beneventano, attraverso il punto di vista privilegiato offerto dal suono, in una esplorazione del paesaggio sonoro fortorino realizzato da due artiste invitate a prendere parte all’evento: Tessa Elieff (Australia), sound artist ed artista visiva, e France Jobin (Canada), sound artist e curatrice.

Le due, insieme alla scrittrice Isabella Pedicini, trascorreranno quattro giorni nel Fortore, focalizzando la propria attenzione su una serie di elementi culturali, sociali, architettonici, naturalistici e del paesaggio, attraverso l’esperienza diretta dei luoghi e l’incontro con le comunità locali, per riconoscere e raccontare l’identità del territorio sul quale lavoreranno. L’idea è quella che, dall’incontro fra gli ospiti della residenza artistica e gli abitanti del centro fortorino, nascano una serie di piccoli eventi ed happening che trasformino il territorio rurale in un medium sul quale sia possibile sperimentare nuove e inedite modalità di fruizione del territorio stesso.

‘Liminaria’ prosegue così il lavoro di ricerca sulla ruralità cominciato nel 2003 dal festival di new arts ‘Interferenze’, attraverso una serie di format che ibridano i linguaggi delle nuove tecnologie con gli elementi culturali specifici dei territori. L’intero progetto, costruito su un approccio partecipativo di tipo bottom-up, verrà realizzato da una rete di soggetti con ampia esperienza nell’ideazione e nell’organizzazione di eventi e progetti di comunicazione innovativa per i territori rurali. Questa rete, che ha come capofila Ufficio Bifolco, agenzia promotrice del festival di arti e nuove tecnologie Interferenze, annovera realtà sia a livello locale, come il gruppo di Scafando che cura il portale di promozione turistica sammarchese, che su scala nazionale ed internazionale, come Tabula Rasa Eventi, Rural Hub, e Roll Multimedia Studio ed esperti di social innovation come Alex Giordano, fondatore di NinjaMarketing, blog osservatorio sul marketing non convenzionale.

Collaboreranno a Liminaria i comuni di San Marco dei Cavoti e di Molinara che ospiteranno le due artiste straniere e tutto il gruppo di lavoro impegnato nella quattro giorni, coinvolta anche la struttura organizzativa del CineFortFestival di San Giorgio la Molara.“Dopo le esperienze di ricerca sul territorio rurale – ha raccontato Leandro Pisano curatore del progetto – cominciate con il nostro festival Interferenze e attraverso esperienze internazionali come quella del Giappone nel 2010, abbiamo deciso di approdare nel Fortore, forse l’area rurale più “marginale” all’interno della nostra regione, ma al contempo un luogo straordinario che può diventare un laboratorio culturale dove praticare un’economia politica diversa. Da questo punto di vista, Liminaria costituisce una sperimentazione per avviare un processo in cui, attraverso l’interazione con le comunità locali, i territori rurali come quello del Fortore possano acquisire nuova luce”.

venerdì 20 giugno 2014

Oltre 200mila commercianti e artigiani vittime del racket

Sono oltre duecentomila i negozianti e gli artigiani colpiti dal racket, che pagano il 65 per cento del “pizzo” italiano, pari a 6,5 miliardi di euro. Complessivamente, gli imprenditori vittime di un qualche reato - truffe, furti, rapine, contraffazioni, abusivismo, appalti, scommesse, pirateria - supera un milione di unità, un quinto degli attivi, e fa muovere un fatturato che si aggira intorno ai 170-180 miliardi di euro, con un utile che supera i 100 miliardi al netto degli investimenti e degli accantonamenti.
Sono alcuni dei dati contenuti nella seconda edizione del libro dal titolo “I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata”, edito da Unimpresa, che saranno resi noti lunedì 23 giugno, alle ore 11, presso la sala del consiglio della Camera di Commercio di Napoli, nell’ambito della presentazione del volume.

lunedì 16 giugno 2014

Petrolio, il Ministro Guidi spinge, ma in Italia la produzione è ferma

“Non capisco perché dovremmo precluderci la possibilità di utilizzare” petrolio e gas nazionali. E poi: “Riprendere le esplorazioni di idrocarburi è un passaggio a cui non possiamo rinunciare per arrivare a una bolletta energetica più leggera e sostenibile”. E ancora: “L’Italia ha straordinarie risorse. Credo che non sia male pensare a un miglioramento e potenziamento dello sfruttamento. Non abdico all’idea che non si possa trovare un giusto contemperamento tra le necessità di sfruttamento di risorse che abbiamo” e il bisogno di “tenere in massima considerazione l’impatto ambientale, le giuste esigenze dei cittadini e l’utilizzo del massimo delle tecnologie che salvaguardino l’ambiente”. Parole e intenti di Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, espresse in diverse occasioni (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Petrolio, il Ministro Guidi spinge, ma in Italia la produzione è ferma

Ci risiamo il ministro dello sviluppo economico invece di puntare sulle energie pulite, ancora una volta rilascia dichiarazioni che i popoli interessati dalle trivellazioni non vogliono sentire nemmeno lontanamente. 

venerdì 6 giugno 2014

Comunità Montana del Fortore: ai forestali erogata parte delle spettanze

Una boccata di ossigeno è in arrivo per gli operai forestali della Comunità Montana del Fortore. E’ stata infatti, erogata una trance dei fondi spettanti relativi all'anno 2013 in materia di forestazione.

La Regione Campania ha provveduto, proprio in questi giorni, ad accreditare presso la Comunità Montana del Fortore la somma di circa 800mila euro che serviranno per pagare una parte degli emolumenti spettanti agli addetti alla forestazione, oltre agli oneri previdenziali dovuti.

Comunità Montana del Fortore: ai forestali erogata parte delle spettanze del 2013 | sannio | news | NTR24 - linformazione sul web

sabato 31 maggio 2014

Sindaci nuovi, paesi vecchi. Così scompare il Sannio

Non è un tema come gli altri ma il tema. La desertificazione demografica continua a mordere il Sannio consumandolo anno dopo anno. Nell’edizione di ieri (l'altro ieri per chi legge, ndb) Ottopagine ha pubblicato l’allarme di Federico D’Agostino, docente dell’Università Roma Tre, autore di una significativa ricerca sociologica sui paesi della provincia beneventana.

«Se non si invertirà rapidamente la rotta – denuncia il docente – entro cinquant’anni il Sannio sarà un deserto». Parole che suonano apocalittiche, finanche forzate. Ma se si analizzano i numeri si scopre che la cassandra non è lontana dalla realtà. Negli ultimi cinque anni la provincia di Benevento ha perso seimila abitanti pari al 2 per cento della propria popolazione. Effetto della crisi globale, certo, ma frutto anche di limiti endogeni che frenano lo sviluppo territoriale.

«Nei paesi che abbiamo studiato – citiamo ancora le parole del professor D’Agostino – ci sono pochissime attività produttive. Si sopravvive grazie al welfare e a piccole attività di trasformazione. Occorre individuare al più presto un nuovo modello di sviluppo che garantisca a queste comunità l’autosufficienza economica». E’ dunque tempo di rimboccarsi le maniche, a partire dai 28 nuovi sindaci (e i rispettivi Consigli comunali) eletti nella tornata elettorale di domenica.

A loro consegniamo i numeri del declino demografico che colpisce quasi indistintamente i municipi sanniti. La tabella che pubblichiamo evidenzia come 24 comuni su 28 hanno visto contrarsi la propria popolazione tra le ultime due consultazioni elettorali, con un sal­do negativo complessivo di duemila unità. Le situazioni più gravi si riscontrano nei comprensori più interni, Fortore in primis. San Bartolomeo in Galdo è ormai sceso stabilmente sotto quota 5.000 abitanti (4.947 all’ultima rilevazione Istat), mentre soltanto cinque anni fa poteva contare su 5.236 residenti.

Identico dire per Baselice che ha dovuto salutare 152 cittadini in un quinquennio e Montefalcone Valfortore (-97). Non fa eccezione San Marco dei Cavoti che pur considerata la più vitale tra le comunità fortorine ha comunque lasciato per strada 162 residenti. Stesso discorso nel Tammaro, nell’Alto Sannio, nel Titerno. Esempi vengono da Colle Sannita che si è privata suo malgrado di 274 abitanti, Circello (-80), Cusano Mutri (-54). Peso specifico particolarmente rilevante per le 48 unità che hanno abbandonato Pietraroja nell’ultimo lustro, pari al 8 per cento della popolazione. Ma il saldo è negativo anche in realtà meno decentrate della provincia. E’ il caso di centri prossimi al capoluogo come San Martino Sannita, Torrecuso, Casalduni, Cautano, Ponte, Fragneto Monforte, Apice, Sant’Arcangelo Trimonte, tutti in rosso nell’ultimo quinquennio.

E il segno meno precede anche il bilancio di Amorosi, Durazzano, Faicchio, Melizzano, Moiano, San Lorenzello, Tocco Caudio. Uniche eccezioni Pannarano, Paupisi, Paolisi e Forchia che dal 2009 hanno guadagnato rispettivamente 57, 52, 43 e 11 abitanti. Una emorragia demografica che nasce evidentemente dall’abbandono dei comuni sanniti da parte delle giovani leve, ormai costrette a cercarsi altrove un’ipotesi di futuro. Il tessuto sociale della provincia invecchia conseguentemente, innestando una spirale negativa che va al più presto spezzata. Come? Lo chiederemo da domani ai sindaci neoeletti dai quali deve partire la prima azione di rilancio. Se non si vuole che il Sannio diventi un deserto in capo a 50 anni.

benevento.ottopagine.net

giovedì 29 maggio 2014

FATTORIE E ORTI SOCIALI, APPROVATO IL REGOLAMENTO REGIONALE PER L’AGRICOLTURA “CHE INCLUDE”

Via libera definitivo al regolamento che renderà operativa la legge regionale del 2012 in materia di agricoltura sociale. Con l’approvazione della giunta regionale si fa chiarezza sull’applicazione di una norma che offre al primo settore un ruolo più ampio della sola produzione di cibo e tutela del territorio. Il lavoro agricolo e le aziende diventano così riferimento più ampio e si aprono a nuove opportunità.

Per agricoltura sociale s’intende l’attività agricola svolta per generare benefici inclusivi e promuovere l’inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati e a rischio di emarginazione, nonché lo sviluppo e la coesione sociale delle comunità locali. L’attività può essere svolta anche in forma associata, purché sia integrata in modo sostanziale e continuativo nell’attività agricola l’offerta di servizi attinenti alle politiche sociali per le famiglie, le persone con disabilità fisica e mentale, le persone a rischio di esclusione sociale, concertati con le pubbliche amministrazioni.

La fattoria sociale deve essere un’impresa economicamente e finanziariamente sostenibile, la cui conduzione di una o più delle attività agricole, zootecniche, forestali, florovivaistiche, di apicoltura e di acquacoltura, è condotta con etica e responsabilità verso la comunità e l’ambiente e svolge l’attività produttiva in modo integrato con offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi ed occupazionali a vantaggio dei soggetti deboli, in collaborazione con le istituzioni pubbliche e con il terzo settore per attivare relazioni e servizi atti ad offrire risposte ai bisogni locali unitamente ad una o più attività.

Queste possono essere: attuazione di politiche attive di inserimento socio-lavorativo di persone appartenenti alle fasce deboli; svolgimento di percorsi di inserimento socio-lavorativo di tipo formativo-sociale attraverso tirocini formativi, formazione professionale ed esperienze orientate all'occupazione di soggetti appartenenti alle fasce deboli e più basso potere contrattuale; servizi di accoglienza, rivolti ad un ampio spettro di persone appartenenti a fasce deboli, con finalità socio-ricreative; servizi alla vita quotidiana: agri-asili, servizi di accoglienza diurna per anziani; riorganizzazione di reti di prossimità per la cura ed il supporto alla vita di anziani.

Gli orti sociali, infine, sono appezzamenti di terreno di proprietà o di gestione pubblica affidati per la loro coltivazione e gestione a persone singole o associate, con finalità sociali, ludico-ricreative, educative e ambientali per ottenere prodotti agricoli a scopo benefico e di autoconsumo.

A tale scopo viene istituito il registro regionale delle fattorie sociali della Campania (REFAS), per favorire la conoscenza delle attività delle fattorie sociali e la promozione dei servizi e dei prodotti agricoli da esse offerti.

Allo stesso modo è istituito il registro regionale degli Orti Sociali della Campania (REOS), a cui possono essere iscritti esclusivamente gli Enti pubblici proprietari o gestori dei terreni destinati ad orti sociali.

Il regolamento prevede anche l’istituzione di un Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale, composto dall’assessore delegato all’agricoltura o suo rappresentante, due dirigenti o funzionari appartenenti alla direzione generale per le politiche agricole, alimentari e forestali; due dirigenti o funzionari appartenenti alla direzione generale per le politiche sociali, le politiche culturali, le pari opportunità e il tempo libero; tre rappresentanti per le organizzazioni professionali agricole regionali; tre rappresentanti per gli organismi del terzo settore.

www.corrieresannita.it

mercoledì 28 maggio 2014

Baselice, l'amministrazione uscente promossa con il 53% dei consensi

di Biagina Cece

Baselice riconferma Domenico Canonico a primo cittadino. La lista ‘La nostra terra’ fa il bis e stavolta sono 121 i voti di scarto rispetto ai 19 di cinque anni fa: “Vedersi riconfermato dopo cinque anni di duro lavoro è davvero una gran bella soddisfazione. Ci saremo ancora per cinque anni”, queste le prime parole di Canonico che ha abbracciato e salutato tutti i presenti e non sono mancate lacrime di commozione con l’amico di sempre Giuseppe Ferro.

Una parte dei componenti della lista avversaria ‘Per Baselice’ si è fermata e ha stretto la mano a Canonico e augurato a tutta la squadra buon lavoro. Una promozione quindi per la lista ‘La nostra terra’, i baselicesi hanno ridato la loro fiducia a Domenico Canonico. A recarsi alle urne sono stati 1904 baselicesi, circa 150 in meno delle comunali precedenti.

Non ce l’ha fatta dunque il diretto avversario Massimo Maddalena, già all’opposizione nei cinque anni passati. La lista vincente già dalla prima mezz’ora aveva un certo vantaggio sulla lista ‘Per Baselice’, vantaggio che è andato crescendo con il passare dei minuti, l’ultima mezzora ha così visto la vittoria di Canonico. Ritorna a sedere nella casa comunale quindi la squadra ‘La nostra terra’, già pronti per portare avanti il lavoro che si era cominciato.

(ottopagine/benevento)

lunedì 26 maggio 2014

COMUNALI, BASELICE RICONFERMA SINDACO DOMENICO CANONICO

Domenico Canonico è per la seconda volta sindaco di Baselice. Il primo cittadino è stato riconfermato alla guida del comune fortorino con 121 voti di scarto rispetto al suo sfidante Massimo Maddalena.

La lista "La nostra terra" ha preso, infatti, 997 voti (53,23%), mentre quella "Per Baselice" si è attestata a 876 (46,76%). Il più votato nello schieramento vincente risulta essere Giuseppe Ferro con 182 voti. Seguito da Salvatore Brancaccio con 126. Appena dopo Rocco Paolozza con 106. Poi Isidoro Mascia 80 voti, Romano Zeolla 77, Adelina Paolozza 66, Raffaella Colucci 64, Pasquale Stravato 56, Giancarlo Verdura 43 e Modesto Silvestri 41.

Nello schieramento perdente eclatante è stato il risultato di Antonio del Vecchio (già candidato a sindaco 5 anni fa e figlio dell'ex primo cittadino Nicolino) con 333 preferenze. A seguire Leonardo Brunetti con 77 voti. Emanuele del Grosso 70, Michele Ferro 63, Daniela Maddalena 50, Leonardo Bianco 49, Gianni Silvestri 38, Lea Marucci 35, Graziano Chiusolo 31 e Pasquale Zaccarino 10 voti.

"Ancora una volta il popolo di Baselice ha voluto premiare il cambiamento. Un grazie di cuore a tutti i miei sostenitori e a tutti quelli che mi hanno votato", il primo commento a caldo di Canonico.

Europee, a Baselice il Movimento 5Stelle primo partito

M5S
MoVimento 5 Stelle 555 (34,9 per cento)

PD
Partito Democratico 547 (34,4)

FORZA ITALIA 179 (11,2)

FRATELLI D'ITALIA
Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale 100 (6,3)

NCD-UDC
Nuovo Centro Destra - Unione di Cent 74 (4,7)

IDV 56 (3,15)

LISTA TSIPRAS 48 (3.0)

martedì 20 maggio 2014

Gli operai forestali bloccano la provinciale per San Bartolomeo

di Leonardo Bianco

Gli operai idraulico-forestali della comunità montana del Fortore, come annunciato nei giorni scorsi, questa mattina sono scesi in strada per protestare contro i ritardi della Regione e sulle inadempienze, a loro dire, dell’ente montano sul mancato pagamento di circa 18 mensilità.

I lavoratori hanno bloccato la provinciale, all’altezza di ponte Setteluci, che collega San Bartolomeo in Galdo a Benevento. Reclamano le dimissioni della giunta guidata da Zaccaria Spina oltre a quello dell’intero consiglio generale. Chiedono trasparenza degli atti amministrativi dell’ente e un incontro urgente con il Prefetto e con i vertici della Regione.

Giovedì scorso gli operai avevano anche occupato simbolicamente la sala consiliare della comunità montana. Nel pomeriggio, sempre giovedì scorso, alla fine del consiglio generale, avevano consegnato al presidente Spina e al presidente dell’assise Massimo Terella, un documento nel quale veniva spiegata la drammaticità delle condizioni nelle quali si trovano molte famiglie, annunciando la manifestazione di oggi.

Sul luogo della protesta sono giunti i sindaci di Baselice e Montefalcone e il vice presidente dell’ente montano Salvatore Brancaccio. Tranne il disagio e il rallentamento della circolazione non si sono registrati episodi di tensione anche grazie al servizio d’ordine dei carabinieri della stazione di San Bartolomeo in Galdo.

benevento.ottopagine.net

Maxi-blocco a S.Bartolomeo in Galdo. Oltre 200 lavoratori forestali in presidio: Da 18 mesi senza stipendio, ridateci la dignità

Maxi-blocco a S.Bartolomeo in Galdo. Oltre 200 lavoratori forestali in presidio: Da 18 mesi senza stipendio, ridateci la dignità

lunedì 19 maggio 2014

Il Fortore dice no alle trivellazioni

di Biagina Cece

Al grido di ‘No Triv!’ sono arrivati a Baselice domenica mattina, alle 11 circa, i componenti del Comitato No Triv Fortore-Tammaro, per dare vita alla passeggiata da Baselice fino a San Bartolomeo in Galdo, contro quelle che sono le trivellazioni petrolifere.

Un numeroso gruppo di giovani e meno giovani sono arrivati da Benevento e dai paesi limitrofi in Piazza Sant’Antonio e qui hanno trovato ad accoglierli i membri dell’Associazione Pro Loco di Baselice, gli organizzatori della giornata, insieme ai componenti di tutte le associazioni baselicesi, tutti schierati contro le trivellazioni. Un progetto che fa discutere da tempo quello denominato ‘Pietra Spaccata’ e che al momento è solo sospeso, un progetto che prevede le trivellazioni nella zona e a questo proprio non ci stanno i cittadini. Dopo l’accoglienza nella piazzetta di Sant’Antonio, tutto il corteo si è mosso lungo il centro storico di Baselice, fino a giungere in piazza Umberto I.

In molti hanno atteso questo arrivo; uno striscione con scritto ‘No Petrolio’ è stato mostrato al pubblico oltre ad un altro già esposto in precedenza che recitava ‘La Pro Loco dice ‘no’ alle trivellazioni’: “Vogliamo ringraziare per questa giornata – hanno detto i soci della Pro Loco – tutte le associazioni di Baselice, il parroco don Michele Benizio, l’amministrazione comunale e il gruppo di opposizione perché se oggi siamo qui a dire no alle trivellazioni, è grazie alla collaborazione di tutti. Siamo indignati, il nostro petrolio sono i prodotti di qualità, le nostre eccellenze, il turismo e non vogliamo altro e con questa passeggiata vogliamo dare il nostro contributo per fermare in maniera definitiva questa corsa al petrolio, basta, urliamo basta, diamoci una mano e non permettiamo che deturpino il nostro territorio”. I componenti del Comitato ‘No Triv’ hanno poi aggiunto: “Questa è la seconda iniziativa contro il petrolio per noi, c’è un’aggressione nei confronti dei nostri territori, minacciano la nostra vita, il nostro benessere, noi siamo qui in difesa del territorio e di coloro che lo abitano. Ci auguriamo che ogni territorio formi un comitato per fare un passo avanti in questa vera battaglia che stiamo conducendo contro coloro che vogliono derubarci del nostro benessere”.

Nelle scorse settimane vi è stata una buona mobilitazione a Baselice; tutte le associazioni si sono impegnate nel distribuire volantini e nello spronare i cittadini a partecipare alla passeggiata. Una protesta tutta popolare, che parte dal basso per arrivare in alto. Ci si è incamminati così verso San Bartolomeo in Galdo domenica mattina, passando attraverso la natura baselicese per potersi scambiare opinioni e per ammirare allo stesso tempo, le bellezze paesaggistiche che offre il Fortore e per un giorno, nonostante il periodo, si sono messi da parte anche i colori politici; domenica si è lottato pacificamente tutti insieme per un obiettivo comune, la tutela del territorio.

ottopaginebenevento

Domenica "No Triv" a Baselice

di Claudia Casamassa
Domenica "No Triv" a Baselice. La Pro loco di Baselice, con il presidente Renato Ferro e tutti i suoi membri, è scesa in campo questa mattina (ieri per chi legge, ndb) e si è attivata nel sociale per la questione delle trivellazioni petrolifere nel Fortore.

Noi di "Gazzetta" avevamo già parlato di questo importante evento, ma oggi è stata l'occasione ufficiale per vedere i frutti concreti di un'ottima e reale organizzazione della "Passeggiata no Triv", promossa e portata avanti dalla Pro loco. L'evento coinvolge direttamente tutti i cittadini del territorio fortorino perché è, senza dubbio, una tematica ed un fatto realmente importante per le zone di riferimento.

La Pro loco ha a cuore l'ambiente in cui i cittadini vivono, crescono e creano la loro esistenza e quella delle nuove e future generazioni.
La Pro loco di Baselice e le associazioni coinvolte con questa manifestazione odierna hanno voluto gridare la loro opposizione alle trivellazioni petrolifere nel Fortore, ai rischi per la salute, all'inquinamento totale, alla distruzione dell'ambiente e del territorio.

La salvaguardia del bene pubblico, comune e territoriale interessa a tutti e la Pro loco del paese fortorino è stata sincera portatrice di un concetto sociale alquanto importante e di un concreto evento che ha manifestato il pensiero comune del Fortore.

www.gazzettabenevento.it

sabato 10 maggio 2014

Fortore. Passeggiata ecologica contro le trivellazioni

di Biagina Cece

Il grido contro le trivellazioni tornerà a farsi sentire più forte che mai domenica 18 maggio. Il Coordinamento No Triv darà vita alla ‘Camminata No Triv nel Fortore’ partendo da Baselice. Dalle 9.30 fino alle 19 circa, questa la durata della passeggiata che chiama a partecipare tutti i cittadini del Sannio affinché si possa fermare quella che il coordinamento chiama “banda”, armata di trivelle, che si accinge a ricercare il petrolio anche nel Sannio e soprattutto tra il Fortore e l’Alto Tammaro’. Sembra che gli amministratori locali e regionali avallino sempre di più e in silenzio le trivellazioni e così si è deciso di avviare azioni dal basso per portare avanti una battaglia. E questa battaglia è stata intrapresa dal coordinamento da più di un anno ormai e difatti questa è la seconda camminata nel territorio del Fortore beneventano.

Iniziativa importante questa che se da un lato informa criticamente la popolazione che vive nel territorio interessato, dall’altra fa riscoprire le bellezze paesaggistiche del posto, bellezze da tutelare a tutti i costi. In più, ove le trivelle dovessero realmente arrivare, è questo un modo per conoscere a fondo ‘la conformazione del territorio’, e agire poi di conseguenza all’arrivo della ‘banda armata’; potrebbe essere nel caso, l’unico modo per difendersi. Intanto l’invito è stato accolto anche su un famoso social network e molte sono già le adesioni; in molti si stanno preparando con abbigliamento adatto e scarpe comode e si sta pubblicizzando la giornata di modo che in molti possano parteciparvi, perché se si è in tanti, il grido arriva più in alto. ”Non tutto è perduto! Si può ancora fare qualcosa! – questo l’urlo del coordinamento - Insieme possiamo fermare le aggressioni nei confronti della terra! Insieme possiamo cancellare i progetti di speculazione economica che altri hanno disegnato per il nostro territorio”.

(Ottopagine)

lunedì 28 aprile 2014

Elezioni comunali, ecco le liste di Baselice

Lista "La nostra terra"
Candidato Sindaco Domenico Canonico
Candidati alla carica di consigliere comunale: Salvatore Brancaccio, Raffaella Colucci, Giuseppe Ferro, Isidoro Mascia, Adelina Paolozza, Rocco Paolozza, Modesto Silvestri, Pasquale Stravato, Giancarlo Verdura, Romano Zeolla


Lista "Per Baselice"
Candidato Sindaco: Massimo Maddalena
Candidati alla carica di consigliere comunale Leonardo Bianco, Leonardo Brunetti, Graziano Chiusolo, Emanuele Del Grosso, Antonio Del Vecchio, Michele Ferro, Daniela Maddalena, Maria Leonarda Marucci (detta Lea), Gianni Silvestri, Pasquale Zaccarino

mercoledì 23 aprile 2014

Baselice, costituito il meetup Fortore 5 stelle (M5S)

Lunedì 7 aprile 2014 a Baselice si è costituito il "meetup Fortore 5 stelle M5S". Alla riunione erano presenti varie delegazioni dei paesi del Fortore che hanno sottoscritto l’intesa di convergere in un unico meetup per condividere, discutere, e proporre idee finalizzate non solo alla salvaguardia del proprio territorio, ma anche per migliorarne la qualità della vita.

Il gruppo appena costituito punta a diventare il meetup di riferimento dei sostenitori del M5S nel Fortore. La nascita del meetup fortore ha l'obiettivo di creare sinergie mirate alle relazioni comuni nell’affrontare le numerose problematiche che caratterizzano l’esteso territorio fortorino nel rispetto di 5 punti salienti che hanno generato la nascita del movimento 5 stelle: ambiente, acqua, sviluppo, connettività e trasporti (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Baselice, costituito il meetup Fortore 5 stelle M5S. Il primo portavoce trimestrale sarà Donato Iampietro | | news | NTR24 - l'informazione sul web

giovedì 17 aprile 2014

Baselice, certa la sfida tra Canonico e Maddalena

di Leonardo Bianco

E’ ufficiale. Sarà Massimo Maddalena a contendere la poltrona di sindaco di Baselice a Domenico Canonico. A confermare la candidatura a primo cittadino nella prossima tornata elettorale è lo stesso esponente dell’attuale gruppo di minoranza consiliare. Maddalena, con quello in scadenza, ha svolto già per due mandati consecutivi, il ruolo di consigliere.

Dal 2004 al 2005 come esponente di maggioranza con il sindaco Nicolino Del vecchio e l’ultimo dal 2009 a oggi come esponente di opposizione. “Stiamo lavorando alla composizione della lista che è ormai in dirittura di arrivo e stiamo ragionando sul simbolo” ha affermato Maddalena non lasciando trapelare indiscrezioni sui nomi che andranno a comporre il gruppo. L’unico candidato certo nella lista Maddalena sarà Antonio Del Vecchio, già candidato sindaco nel 2009 e capogruppo di opposizione nel consiglio comunale uscente.

Chi rimarrà fuori, almeno per ora, dalla competizione elettorale è Doriano Bianco. Il nome del noto medico, specializzato in Igiene e Medicina Preventiva, era circolato insistentemente nelle scorse settimane come probabile avversario del sindaco uscente. “Ho preferito fare un passo indietro – ha commentato il professionista – per evitare rotture all’interno del gruppo”. La moglie di Doriano Bianco è stata per circa vent’anni amministratore comunale ricoprendo anche la carica di vicesindaco nell’ultima amministrazione Del Vecchio.

“Ero disponibile a mettermi in gioco perché credo che vada ristabilito un clima di serenità e per far si che la lotta politica non si trasformi in battaglie personali. Il mio progetto era quello di riportare il dialogo e il confronto al centro dell’azione politica e intorno a me si erano create le basi per allargare il consenso e la partecipazione. Un dialogo con forze nuove e vecchie che avrebbe potuto allargare il consenso elettorale. Un progetto che all’interno del gruppo non è stato condiviso e per questo ho preferito fare un passo indietro per evitare spaccature. Resta l’amarezza – conclude Doriano Bianco - per aver perso l’occasione di costruire un’alternativa forte e concreta all’attuale amministrazione. Evidentemente la mia visione della politica non è stata capita. Vuol dire che in questa tornata elettorale sarò un semplice spettatore. Auguro ai competitori una buona campagna elettorale nel segno del confronto e dai toni pacati e corretti”.

Il medico resta fuori dalla campagna elettorale e toccherà quindi a Massimo Maddalena il compito di togliere lo scettro a Domenico Canonico che afferma di essere pronto alla sfida. La lista dell’amministrazione uscente sembra sia già pronta, anche se non si escludono novità dell’ultima ora. Resta naturalmente il riserbo sui nomi, anche se molti sono già noti. Manca poco più di una settimana alla presentazione delle liste e la corsa al municipio sembra ormai delineata salvo colpi di coda dell’ultima ora.

martedì 15 aprile 2014

Petrolio e terremoti

Un rischio rappresenta una potenzialità. Quando riguarda la sicurezza della vita umana, la salute o l’equilibrio ecologico è sottoposto a norme che tutelano il diritto alla massima protezione per cittadini e territorio. In queste ore, le anticipazioni della rivista “Science”, circa l’investigazione scientifica compiuta da un gruppo di studio in Emilia sul possibile collegamento tra attività petrolifera e sismica, indicano che il rischio non può essere escluso. «Nelle conclusioni della commissione c’è scritto che non si può escludere che le attività nel sito abbiano dato inizio al terremoto del 20 maggio, il cui epicentro era a circa 20 chilometri di distanza», si legge nella rivista.

«Secondo gli esperti le variazioni di stress e pressione all’interno della crosta terrestre, derivanti sia dalla rimozione del petrolio, sia dall’introduzione di fluidi necessari a provocare la fuoriuscita del greggio, quasi certamente non sarebbero state sufficienti a provocare, da sole, un terremoto simile. Tuttavia è possibile che la faglia coinvolta nella sequenza sismica del 20 maggio fosse vicina al punto di rottura, e che le variazioni imposte dall’uomo alla crosta terrestre, seppur minime, siano state sufficienti a innescare il terremoto. Fenomeno che, a sua volta, potrebbe aver dato avvio alla scossa del 29 maggio».

Un rischio va commisurato al danno che può provocare. Nel caso delle trivellazioni in una zona altamente sismica lungo l’Appennino o nelle zone interne della Campania, sostenere che “non si possono escludere” conseguenze sull’attività sismica naturale dalle trivellazioni, rappresenta un avvertimento vincolante. In Irpinia, a pochi chilometri da quel Sannio che nelle mappe del rischio è equiparato alla provincia di Avellino, quasi trentaquattro anni fa sono morte migliaia di persone, in conseguenza di una attività sismica non indotta dalla mano dell’uomo. Ma le ferite della terra, quelle che i tecnici chiamano faglie, sono ancora lì. Le faglie sismogenetiche ci sono, anche se nessuno sa esattamente dove.

La metafora è quella del campo minato, ricoperto da un prato omogeneo. Se il rischio non viene escluso dagli scienziati, non può esserlo da parte di una commissione a Napoli, salvo assumere un rischio in proprio, nel concludere che in nessun caso un terremoto può essere stimolato dalla mano dell’uomo. In Italia, un giudice monocratico ha condannato a sei anni di reclusione i componenti della commissione grandi rischi, in carica nel 2009, che avevano rassicurato gli aquilani circa l’improbabilità di una forte scossa sismica nella loro città. C’è un precedente, che costituisce un altro rischio. Proprio di questo il ‘Comitato no trivellazioni in Irpinia’ parlerà con l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano, mentre il geologo Franco Romano chiede chiarezza sull’operato della Commissione emiliana nominata dal Dipartimento di Protezione civile. Se un rischio non può essere escluso, il governo e il Ministero dovranno recepirlo in una legge, a garanzia di tutti.

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giovedì 10 aprile 2014

Pozzi petroliferi contaminati: il Sannio trema

Radiazioni in misura dieci volte superiore ai valori massimi consentiti. Una rivelazione choc quella fatta nei giorni scorsi dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) Molise in relazione al sito di località Capoiaccio nel territorio di Cercemaggiore. Pochi chilometri più in là c’è il confine con il Sannio, segnatamente con i comuni di Castelpagano e Morcone. La stessa area che è interessata dal progetto di estrazione petrolifera denominato «Santa Croce» promosso dalla società «Sviluppo Risorse Naturali» con sede a Roma.

E «Santa Croce» si chiamava anche il pozzo scavato nel 1962 dalla Montedison dove oggi sono venuti fuori i dati allarmanti che hanno messo in moto anche l’Agenzia regionale. Valori radioattivi dieci volte superiori alla norma sono evidentemente eccessivi anche per un sito che ha ospitato attività chiaramente inquinanti. E dunque è scattato, inevitabile, l’interrogativo: cosa è finito davvero in quel pozzo? Lo stabiliranno le indagini che saranno effettuate dalla magistratura molisana in seguito alle denunce presentate da più parti. C’è un dossier presentato dal leader dell’Itralia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ha chiesto di approfondire le ricerche sull’area. Alla denuncia dell’ex pm di Mani Pulite si è aggiunta quella di Salvatore Ciocca, consigliere regionale dei Comunisti Italiani, che ha chiesto l’apertura del pozzo e con una dettagliata relazione ha dimostrato che dal 1962, anno in cui sono incominciate le ricerche e gli sfruttamenti petroliferi, fino al 1988, non fu mai effettuata una verifica.

Le prime regolamentazioni risalgono soltanto al 6 giugno del 1988. Proprio in quell’anno è stato reso noto che parte dei reflui provenivano da Melfi, dove la Montedison gestiva 8 pozzi. Per 26 anni, secondo la ricostruzione, il pozzo di Capoiaccio è stato un serbatoio per le immissioni di acque reflue la cui provenienza era sconosciuta. Nell’88 la Regione Molise autorizzò la Montedison ad immettere le acque proveniente soltanto dai giacimenti di Melfi, in Basilicata. Il primo aprile 2014 l’ufficio legale dell’Idv ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Campobasso nei confronti di ignoti ravvisando i reati di inquinamento e di disastro ambientale.

E’ stato richiesto l’intervento dell’assessore regionale Vittorino Facciolla e del ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, che hanno promesso attenzione sulla vicenda che si presenta oggettivamente inquietante, anche alla luce delle dichiarazioni rese pubbliche nei mesi scorsi rilasciate alla commissione bicamerale d’inchiesta nel 1997 dall’ex tesoriere dei Casalesi, Carmine Schiavone. «Sversavamo anche in Molise e nel Matese», dichiarò il malavitoso. Fatti che rendono doverosi i controlli, per sgomberare il campo dai dubbi e dalle paure. Che certo non mancano anche nel Sannio, alla luce dei numerosi pozzi (17) per estrazioni di idrocarburi realizzati negli scorsi anni ma utilizzati solo per brevi periodi.

ottopagine.net

mercoledì 9 aprile 2014

Petrolio: i veleni non fermano le trivelle

Quelle scorie radioattive proprio non ci volevano. Almeno per chi come la società «Sviluppo Risorse Naturali» ambisce a realizzare nell’area un nuovo progetto petrolifero. La notizia relativa all’accertamento di valori abnormi di radioattività nel sito di Cer­­cemaggiore, tra Campania e Molise, ha fortemente scosso le popolazioni locali che vedono materializzarsi lo spettro del disastro ambientale. La vicenda chiaramente attende ulteriori approfondimenti che ci si augura possano almeno in parte ridimensionare il rischio per la salute collettiva. Quanto già ap­purato, però, è di oggettiva gravità. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise ha registrato valori di radioattività dieci volte superiori alla norma nell’area circostrante il pozzo per l’estrazione petrolifera realizzato negli anni Sessanta dalla Montedison e rimasto in attività per qualche anno.

Poi, terminato lo sfruttamento, il sito sarebbe stato utilizzato per il conferimento di scorie di lavorazione di altri impianti petroliferi, in particolare provenienti dalla Basilicata. Sversamenti regolarmente autorizzati dalle autorità regionali. Ma gli incredibili dati emersi oggi fanno temere che le operazioni effettuate negli scorsi anni siano andate ben oltre il consentito, dando forza alle tante voci relative a misteriosi camion che ad ogni ora del giorno e della notte raggiungevano la località Capoiaccio in territorio di Cercemaggiore.

Comune posto a pochi chilometri dal confine con la Campania e con il Sannio. Nell’area, nei passati decenni, furono realizzati numerosi pozzi per la ricerca di idrocarburi che solo in qualche caso si rivelarono sfruttabili. Da tempo si conoscono svariate testimonianze del passaggio notturno di convogli diretti proprio alle piattaforme petrolifere, malgrado le stesse non fossero in attività. Una leggenda metropolita­na come tante altre o qualcosa di più della mitologia? Un interrogativo che si ripropone con terribile attualità ora che dal Molise rimbalzano le choccanti rivelazioni sul caso Cercemaggiore. Anche perchè la stessa area è interessata da un nuovo program­ma estrattivo partito nel 2010 che ricade proprio nella zona tra Campania e Molise a cavallo di Cercemaggiore.

A proporlo è la «Sviluppo Risorse Naturali», società con sede a Roma e interventi già effettuati e in corso in Sicilia e in altre regioni italiane. Non dei neofiti del settore, dunque, ma un’azienda collaudata che punta con decisione a rinverdire i trascorsi petroliferi dell’area sotto la sigla «Santa Croce» che individua il progetto interregionale di ricerca che si estende per 745,6 chilometri quadrati coinvolgendo anche i comuni sanniti di Morcone, Castelpagano e Santa Croce del Sannio.

La proposta presentata dalla SRN ha ottenuto il 16 dicembre 2010 il permesso alla ricerca da parte del Ministero Sviluppo economico. Ricerca che è ormai terminata. Lo rivela a Ottopagine il direttore generale di «Sviluppo Risorse Naturali», Antonio Pica: «Abbiamo concluso la valutazione dei dati ricompresi nelle carte geologiche e nelle mappe minerarie depositate agli atti del Ministero. Adesso potremmo proseguire l’indagine con un incrocio effettuato grazie alla acquisizione di una linea sismica. Ma è probabile che non ci avvarremo di tale possibilità in quanto gli elementi a nostra disposizione ci appaiono sufficientemente chia­ri». In altri termini: il petrolio al confine tra Sannio e Molise c’è, ed è tale da giustificare l’ipotesi di sfruttamento economico delle trivellazioni: «Del resto – fa notare Pica – storicamente non è la prima volta che la zona è interessata da programmi estrattivi per lo sfruttamento commerciale di giacimenti di idrocarburi. Siamo pronti a chiedere alle Regioni (Campania e Molise, ndr) il rilascio dell’autorizzazione Via per la valutazione di impatto ambientale di un pozzo esplorativo a conclusio­ne della fase di ricerca. Se, come riteniamo, l’esito sarà favorevole, chiederemo il nulla osta alla estrazione».

Grande determinazione come si vede nelle parole del promotore. ma i veleni di Cercemaggiore rappresentano comunque un ostacolo con il quale fare i conti. Pica con franchezza lo ammette: «Nei prossimi giorni saremo a Campobasso per un confronto con i responsabili dell’Arpa Molise. Vogliamo chiarire direttamente quanto è emerso in merito agli elevati valori di radioattività riscontrati dall’Agenzia nei pressi del pozzo. E’ una circostanza che ci lascia perplessi, anche perchè gettare rifiuti in un pozzo largo al massimo 30 centimetri è molto meno semplice di quanto si creda. Comunque è una vicenda assolutamente da approfondire che comporta qualche rallentamento anche a noi, pur non avendo alcuna relazione con quell’intervento se non la comunanza dell’areale di riferimento».

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lunedì 7 aprile 2014

Spauracchio petrolio. Il ministro: 'Basta veti'. Sannio con il fiato sospeso


Monta la preoccupazione in Basilicata ma non solo. In Campania, come è stato spesso ricordato sulle pagine di questo portale, c'è un discorso in sospeso su possibili ricerche petrolifere nelle province di Benevento ed Avellino. Due interessano il Sannio (Pietra Spaccata e Case Capozzi) con una larga fetta di comuni (specialmente del Fortore e del Tammaro), Benevento inclusa, coinvolte dai progetti. Un 'pericolo' che fu messo in evidenza da associazioni e stampa, con la Regione Campania che ha provato a far passare quasi inosservato l'iter per avviare le indagini petrolifere.

Nacquero i comitati di protesta, poi i primi, timidi,interessamenti della politica locale, già finiti nel dimenticatoio: tutto questo condito dall'ambigua posizione del governatore campano Stefano Caldoro che non si è mai apertamente schierato contro le trivelle nell'entroterra sannita, e dal continuo tira e molla a colpi di delibere, permessi bloccati e attenzione mediatica. Nel Sannio ci fu anche un incontro, a Ginestra degli Schiavoni , con la Delta Energy ltd, la società britannica di Mr. Ferguson interessata ad investire nell'area fortorina. Tutto congelato ma è chiaro che se il Ministero dello Sviluppo Economico decide per il cambio di rotta, nessuno potrà opporsi, Regione, Province e Comuni (per leggere tutto l'articolo clicca qui sotto).


Spauracchio petrolio. Il Ministro: 'Basta veti'. Sannio con il fiato sospeso

martedì 1 aprile 2014

Regione Campania, 52 indagati per le spese allegre: anche la tintura per capelli


La tintura per capelli per il consigliere calvo. Una festa in un ristorante all’ora di pranzo della vigilia di Capodanno fatta passare per evento politico. Un giocattolo. Sale d’alberghi di lusso fatturate per convegni che non si sono mai svolti. Consulenze fittizie. Cravatte firmate. Bottiglie di vino acquistate in enoteca. Occhiali da vista. La Tarsu di una sede di partito. E pranzi e cene. Tante, tantissime cene, con molti commensali.(per continuare a leggere clicca qui sotto)

Regione Campania, 52 indagati per le spese allegre: anche la tintura per capelli - Il Fatto Quotidiano

martedì 25 marzo 2014

TaceBenevento scoperta città di camorra


Bisognerebbe leggere, in tutte le scuole superiori e le facoltà universitarie sannite, l’ordinanza del Gip Pietro Carola con la quale ha deciso i 26 arresti nell’ambito dell’operazione “Tabula Rasa”, condotta per anni dai carabinieri del Comando provinciale di Benevento sotto la guida della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Napoli. Perché i giovani devono sapere dove vivono e perché in loro può riporsi la speranza di un ritorno alla legalità perduta.

E’ impressionante l’atto giudiziario. Oltre quattrocento pagine raccontano cosa succede in questa terra, diventata – da tanti anni ormai – quasi uguale alla vicina provincia casertana. Le differenze? 1) La relativa povertà e la marginalità produttiva dell’area beneventana rispetto alla più ricca Terra di lavoro, che non consentono in partenza gli stessi guadagni ingenti ai sodalizi criminali; 2) La più agevole sottomissione della maggioranza dei suoi abitanti al pizzo e alle tangenti e l’ancor più diffusa omertà del territorio che hanno evitato, per mancanza di reazioni, gli aspetti più dirompenti e drammatici nell’imposizione del controllo camorrista del territorio. (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Economia, Editoriali, Giudiziaria, Politica - TaceBenevento scoperta città di camorra Ma o reagirà e cambierà o sarà finita - Il Vaglio

martedì 18 marzo 2014

Baselice, i Del Vecchio rinunciano alla candidatura

di Leonardo Bianco

E’ confermata la rinuncia alla candidatura a sindaco del capogruppo di opposizione nel consiglio comunale di Baselice, Antonio Del Vecchio, e del leader storico del gruppo “Il Campanile”, Nicolino Del Vecchio. Ad attestare il passo indietro è lo stesso Antonio Del Vecchio, candidato alla carica di primo cittadino nella scorsa tornata elettorale.

Una rinuncia dettata da motivi strettamente personali. “Sia io che mio padre (Nicola Del Vecchio) – afferma Antonio Del Vecchio – abbiamo deciso di non candidarci. Una scelta fatta esclusivamente per motivi personali e ad affetti familiari. Ho rinunciato nonostante l’insistenza del gruppo consiliare da me rappresentato e gli amici vicini alla lista ‘Il Campanile’. Questo però non significa che non daremo il nostro contributo. Sia io che mio padre siamo pronti a sostenere una lista di persone qualificate e pronta a contrapporsi all’attuale maggioranza. In queste settimane stiamo discutendo insieme al gruppo sui possibili candidati a sindaco e sui contenuti da proporre ai cittadini. La scelta del capolista sarà fatta anche ascoltando il nostro elettorato e gli amici che da sempre ci appoggiano”.

Come annunciato la settimana scorsa da Ottopagine, dunque, il leader storico de “Il Campanile” Nicola Del Vecchio e suo figlio Antonio, rinunciano alla candidatura. Si lavora quindi alla ricerca del candidato sindaco avendo davanti un orizzonte ampio su cui scegliere e trovare la quadra per presentare un gruppo unito e forte al giudizio dei cittadini il prossimo 25 maggio.

(Ottopagine/Benevento)

giovedì 13 marzo 2014

Comunali di Baselice, unica certezza Canonico e il suo gruppo

di Leonardo Bianco

A circa un mese e mezzo dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, l’unica certezza nel comune di Baselice è la ricandidatura di Domenico Canonico, sindaco uscente. Il primo cittadino si ripresenterà con l’appoggio del gruppo che lo ha sostenuto nelle scorse amministrative. E secondo alcune voci la lista sarebbe anche già pronta.

L’ufficializzazione non arriva perché è intenzione di Canonico e del suo gruppo di verificare la possibilità di inserire forze nuove. E’ invece incerto il futuro del gruppo di opposizione. Sembra che all’interno della minoranza ci sia una spaccatura sulla leadership, visto il passo indietro del leader storico della lista “Il Campanile” Nicolino Del Vecchio.

L’ex sindaco, infatti, sembra sia intenzionato a non partecipare alla prossima competizione elettorale. Resta in piedi anche l’ipotesi della terza lista. Molti esponenti della vecchia amministrazione Paolozza sono intenzionati a candidarsi per provare e riconquistare il palazzo municipale di piazza Convento, anche se la voglia di dialogare e di trovare un accordo, soprattutto sui programmi, con le attuali forze in campo sembra trovare sempre più spazio all’interno del gruppo.

Pare ci siano stati già incontri e riunioni in tal senso. Nei giorni scorsi, infatti, ci racconta uno dei promotori del gruppo, c’è stato un incontro con Domenico Canonico e i suoi, per confrontarsi sui programmi e sulla scelta dei candidati. “Siamo pronti ad un passo indietro – racconta uno dei protagonisti del nuovo schieramento – a patto che il programma lo scriviamo insieme. Con il sindaco uscente e la sua maggioranza abbiamo posto le nostre condizioni che sono state prese in seria considerazione dal sindaco uscente. Penso che un punto di incontro si possa trovare. Resta però ancora in piedi la nostra iniziativa: quella di presentare una nostra lista in alternativa ai gruppi attualmente rappresentati in consiglio”.

Insomma i nuovi protagonisti della scena elettorale, sono pronti al dialogo e al confronto senza pregiudizi. C’è stato, infatti, anche un incontro con l’attuale gruppo di opposizione, senza però risultati concreti, “anche perché - ci racconta uno degli esponenti della possibile terza lista – al momento ci sono più interlocutori”.

I prossimi giorni potrebbero essere decisivi, dunque, per la campagna elettorale che dal 25 aprile fino al 25 maggio, la comunità baselicese si prepara a vivere. Per ora una sola certezza: Canonico e il suo gruppo sono pronti alla sfida, l’opposizione è divisa, a meno di un intervento diretto del leader storico, e con l’incognita del terzo incomodo.

(Ottopagine/Benevento)

martedì 11 marzo 2014

Ricerche petrolifere: il Comitato si riunisce

Oggi pomeriggio, il “Protocollo d’Intenti fra Comuni e Comunità Montane interessati dalle ricerche di idrocarburi” si riunirà in incontro pubblico a San Marco dei Cavoti alle ore 18 nei locali dell’Oratorio Parrocchiale sito in Via Alcide De Gasperi, per fare il punto della situazione, alla luce dei probabili sviluppi dell’iter dei due progetti di ricerche petrolifere della società inglese Delta Energy ltd, che vedono interessati i territori di oltre trenta Comuni delle province di Benevento e di Avellino.
(Fonte: ilvaglio.it)

mercoledì 5 marzo 2014

Il sindaco di San Bartolomeo nella lista «Terra Nostra»

Arriva in occasione della presentazione del libro di pino Aprile "Il Sud puzza" l’annuncio della possibile candidature di Vincenzo Sangregorio, sindaco di San Bartolomeo in Galdo, alle prossime elezioni europee tra le fila di “Terra Nostra”. Una lista civica di scopo con l’intento di portare al parlamento europeo le ragioni del Sud con la richiesta della nascita di una commissione straordinaria sulla violazione dei diritti fondamentali dell'Unione europea su temi come la dignità, diritto alla vita, istruzione, libertà professionale e diritto di lavorare, condizioni di lavoro giuste ed eque, sicurezza sociale e assistenza sociale, protezione della salute, protezione dell'ambiente e protezione dei consumatori.

Una lista che sarà presentata esclusivamente nell’Italia meridionale a sottolineare che tali diritti sono calpestati soprattutto al Sud. Naturalmente la presentazione alle elezioni europeeè legata soprattutto alla raccolta delle firme che in queste settimane sta interessando la maggior parte delle regioni meridionali. La petizione sarà comunque portata a Bruxelles, fanno sapere i promotori della lista, anche se non si riuscirà ad arrivare con propri rappresentanti nel parlamento europeo.

Alla lista hanno aderito personaggi come l’avvocato e editore Francesco Tassone, l'attore e regista Roberto D'Alessandro, la stilista identitaria Annamaria Pisapia, l'ideatore di NapolimaniaEnrico Durazzo, gli attivisti su temi ambientali Marzia Mastrorilli (Brindisi), CrocifissoAloisi (Lecce), Rosella Cerra (Catanzaro), Marinella Giuliano (Caserta) e appunto il primo cittadino di San BartolomeoVincenzo Sangregorio.

E rendere pubblica la partecipazione del sindaco fortorino alla competizione elettorale è stato il giornalista e scrittore foggiano, Raffaele Vescera prima di introdurre la presentazione da parte dell’autore Pino Aprile, del libro “Il Sud puzza”. Nell’ultimo lavoro lo scrittore e giornalista pugliese racconta appunto di un Sud che si ribella alla cultura mafiosa, al disastro ambientale della terra dei fuochi provocata dai loschi affari della malavita organizzata, ai danni provocati dall’Ilva a Taranto. Un meridione che, con le cooperative nate nella Locride (Calabria), sfida le famiglie deglindranghetisti. Un libro che parla di quelle persone perbene che rappresentano il Sud buono ed operoso. Da San Bartolomeo in Galdo, dunque, sabato sera è partito un messaggio di riscossa del Sud, del quale il primo cittadino Vincenzo Sangregorio può diventare protagonista.

(ottopagine/benevento)

venerdì 28 febbraio 2014

Fiume Fortore, un secolo di dissesto idrogeologico

di Leonardo Bianco

L’emblema del dissesto idrogeologico del Fortore è la condizione in cui versa l’omonimo fiume. E’ praticamente un fiume in secca. Gli argini non esistono quasi più. Lungo il suo percorso si trovano insediamenti abitativi e industriali. Nel giro di un paio di chilometri, nel tratto di fiume che va da Foiano a San Bartolomeo in Galdo, passando per Baselice, ci sono tre impianti di estrazione di materiali inerti.

Oltre un anno fa la denuncia di Coldiretti che sottolineava l’incuria e lo stato di abbandono in cui versa il fiume. Le cause di tale condizioni sono sicuramente la mancata manutenzione del fiume Fortore che ha comportato in alcuni tratti la completa occlusione dell’alveo del fiume tanto che l’acqua, non potendo seguire il deflusso naturale, provoca continue esondazioni nei terreni causando ingenti danni alle imprese agricole, erodendo intere superfici agricole e mettendo anche a rischio le abitazioni che insistono lungo il fiume.

La situazione più grave si registra nel tratto che va da Ponte Tre Luci (Foiano), fino al Ponte di contrada Morrecine (Castelvetere in Val Fortore) dove il letto del fiume è completamente scomparso a causa del materiale che viene trasportato a valle dai torrenti Zugariello, Cervaro e Lame, rispettivamente in territorio di Foiano, Baselice e Castelvetere in V. Fortore. a confermare lo stato di abbandono anche il presidente di Legambiente Fortore. il geologo Michele Barbato, infatti, ha affermato che “vi è da tener presente che, la dinamica fluviale gioca un ruolo determinante sull’equilibrio geomorfologico dell’intera Valle.

Pertanto, la mancata manutenzione del corso fluviale del Fortore, giunto ormai in uno stato di completo disordine idrografico, rappresenta una importante concausa al generale dissesto idrogeologico in cui versa l’intero territorio. L’assenza di manutenzione, costituendo sempre un contributo negativo alla stabilità di un territorio, risulta tanto più grave in un contesto geomorfologico fortemente compromesso come quello della Val Fortore, il cui elevato rischio idrogeologico è attestato storicamente dal Regio decreto 445 del 1908 che prevedeva il consolidamento di tutti i comuni della Valfortore e di alcuni (tra questi Castelvetere in Valfortore) addirittura il trasferimento del centro abitato. Ed è proprio il sindaco di Castelvetere, Luigi Iarossi, ad essere tra gli amministratori più preoccupati. A non far dormire sonni tranquilli al primo cittadino è la frana apertasi proprio a ridosso del centro abitato, sulla strada provinciale che collega il centro fortorino con il Molise.

“Mancano le risorse per poter fare prevenzione” sottolinea Iarossi “e soprattutto ci troviamo a fare i conti con la burocrazia. Spesso, pur volendo, non possiamo intervenire a causa del sovrapporsi delle competenze. Le faccio un esempio: a causa delle violenti piogge, qualche mese una strada intercomunale che collega Castelvetere a Baselice è franata. A provocare lo smottamento è il torrente Cervaro che fa da confine tra i due paesi. Ebbene né io né il sindaco di Baselice siamo potuti intervenire perché la competenza era della Provincia. Naturalmente tutto questo ha provocato il prolungamento dei tempi”.

Per il primo cittadino di Castelvetere dunque tra le causa del dissesto è l’assoluta mancanza di risorse e l’enorme peso della burocrazia. Ma il primo cittadino fortorino denuncia che a contribuire al dissesto c’è la mancata cura della terra da parte dei contadini. “L’uso di mezzi pesanti e la scarsa manutenzione da parte dei coltivatori fanno il resto. Naturalmente c’è anche da dire che stiamo assistendo ad un cambiamento climatico che ci trova impreparati”.

Frane smottamenti interessano comunque gran parte dei comuni fortorini. A San Bartolomeo in Galdo lungo tutto il tratto della strada provinciale sono tanti i punti critici. Fango e acqua invadono la careggiata a causa della mancata manutenzione delle cunette e dei canali si scolo oltre all’incuria della terra da parte dei contadini. Stesso discorso anche per Baselice. Qui a preoccupare l’amministrazione e i cittadini è soprattutto il versante che si affaccia sul torrente Cervaro.

(ottopagine/benevento)

domenica 23 febbraio 2014

Il paese dell'acqua

In un quadro economico, politico e sociale sempre più confuso e ristretto, festeggiare la Giornata mondiale dell’acqua attraverso un evento organizzato, nei giorni scorsi, una piccola comunità, in provincia di Benevento, che da 7 anni s’interroga e riflette su temi fondamentali per la sopravvivenza del pianeta e la vivibilità del (nostro) presente, è una bella testimonianza di apertura e un segnale di futuro.

Sassinoro è diventato “il paese dell’acqua”, non solo perché ha saputo valorizzare la risorsa acqua, ma per la propria capacità di trasformarsi in un palcoscenico qualificato di dibattito sul tema. Risalendo alla storia dell’iniziativa, degna di essere ricordata per il suo percorso fatto di azioni concrete, bisogna evidenziare la costruzione di una centrale idroelettrica, attiva quasi da un anno, per rispondere a un disegno di sostenibilità e di green economy che il Comune e la comunità locale stanno fortemente sostenendo. La nuova edizione di Sassinoro, paese dell’acqua, nasce da una visione condivisa per concretizzarsi in un’esperienza innovativa che vede protagonisti gli attori e le idee che possono innescare il cambiamento.

L’evento (Sassinoro, paese dell’acqua) che, tradizionalmente è promosso e animato da Marco Iamiceli (vice-sindaco di Sassinoro), coadiuvato dai giovani del forum e della pro-loco, quest’anno ha aperto alla collaborazione con Tabula Rasa per dare un segnale di apertura verso realtà giovani e attive nella valorizzazione del territorio.

Com’è avvenuto anche negli anni scorsi, le scuole (scuola primaria e secondaria di Sassinoro), gli enti, le associazioni (associazione musicale, pro-loco, forum), gli esperti e le aziende attiveranno laboratori di sensibilizzazione, di divulgazione e dibattiti sui temi della sostenibilità, dell’ecologia e della nuova agricoltura, mettendo a disposizione la propria esperienza a confronto e a disposizione del progetto. Gli ospiti in programma già confermati, oltre quelli a km zero (i Comuni dell’area, il Gal Alto Tammaro, la Comunità Montana) sono Ugo Mattei dell’ABC di Napoli, Roberto Casari di CPL Concordia, Davide Tabarelli di Nomisma Energia, il sociologo Bruno Turra, l’antropologo Maurizio Gnerre, Paolo Gurisatti e i rappresentanti delle associazioni: WWF, Il Palio del Grano, Il Genio delle due Sicilie, Green Communities.

L’invito ad aderire alla Giornata Mondiale dell’acqua 2014 è aperto a tutti e richiama la (nostra) coscienza non solo su un tema importante, ma anche il nostro impegno a stimolare un’ondata di cambiamento sul territorio. Sassinoro è “il paese dell’acqua” perché sa generare ancora nuove energie e ripartire dall’acqua e dalla terra per guardare al futuro.

mercoledì 19 febbraio 2014

Anche San Bartolomeo aderisce al comitato "No Lombroso"

Anche il comune di San Bartolomeo in Galdo ha aderito al comitato tecnico scientifico "No-Lombroso". “Un comitato sorto nel maggio 2010, come reazione alla riapertura a Torino del museo intitolato a Cesare Lombroso, ha come fine quello di sottolineare il disvalore scientifico delle teorie criminologiche e di arbitraria devianza sociale, sostenute dallo studioso”, si legge nella delibera del consiglio comunale del 12 febbraio scorso. Il consiglio comunale del centro fortorino dunque ha aderito nell'intenzione di abbattere pregiudizi che non hanno nulla di scientifico, contrariamente a quanto sostenuto dallo studioso veronese.

Le convinzioni di Lombroso, come si ricorderà, si basavano sulla tesi "dell'uomo delinquente nato o atavico", individuo che recherebbe nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall'uomo normale e socialmente inserito. Alla ricerca della notorietà in favore delle sue tesi equivoche e antiscientifiche, Lombroso non esitò a scorticare cadaveri, sezionare teste, effettuare i più incredibili e crudeli interventi su uomini ritenuti criminali per le misure di parti del cranio e del corpo, imbastendo incredibili teorie sulle caratteristiche somatiche dei cosiddetti delinquenti per natura.

Tra gli obiettivi del comitato “No Lomboso” c’è, tra l’altro, la restituzione dei resti mortali di Giuseppe Villella, accusato di essere un brigante, al Comune di Motta Santa Lucia (Calabria).Un’adesione che lascia soddisfatto il referente fortorino del comitato. "Non è possibile che nel 2014 - sottolinea il giornalista baselicese Antonio Bianco, autore del libro Il brigante Secola - ci sia ancora un museo dedicato alle teorie razziste di Lombroso. Il popolo meridionale su questo punto si deve mobilitare e chiedere a gran voce la chiusura del museo di Torino, dove tra l'altro si trovano ancora crani di briganti sui quali si accaniva lo scienziato veronese pur di dimostrare le sue, ormai, infondate teorie". San Bartolomeo in Galdo, dopo Baselice, è il secondo comune del Fortore a aderire al comitato, il prossimo sarà Molinara. L’amministrazione Addabbo, infatti, pare stia avviando le procedure per diventare testimonial dell’associazione.

Tratto da Ottopagine/Benevento

martedì 18 febbraio 2014

Libri, esce la ristampa di Rosselli su Mazzini e Bakunin


Oggi esce un nuovo libro

Collana del libro/series: ITALIAN. Brossura, B/N, in 8°, pp. 274, euro 13,50. Contatti/contacts: publishing@westindian.it - 0039 3454765997 (dopo le 15:00/from 3:00 p.m.)

West INDIAN - COUNTRY&URBAN SOUNDS edizioni
«NOI PUBBLICHIAMO LIBRI, NON PUBBLICHIAMO FILE»

lunedì 17 febbraio 2014

Emergenza sanitaria nel Tammaro e Fortore

La Cisl IrpiniaSannio insieme a FNP Cisl Fp Cisl e Cisl Medici esprimono preoccupazione per la situazione di stallo determinatasi nell’ambito B5 con comune capofila Morcone che interessa i territori disagiati del Tammaro e del Fortore (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

La Cisl sull’emergenza sanitaria nel Tammaro e Fortore

giovedì 6 febbraio 2014

Baselice: elezioni comunali, si scaldano i muscoli

Mancano ancora poco più di tre mesi alle amministrative e già trapelano le prime indiscrezioni sui possibili gruppi che si presenteranno al giudizio degli elettori. Da qualche settimana infatti da Baselice, comune che a primavera rinnoverà il consiglio comunale, arrivano notizie rispetto ad una corsa a tre per la poltrona di sindaco. Se gli attuali amministratori non si sbottano e tanto meno l’opposizione, sembra che un gruppo di giovani (nuovi alla politica) insieme ad un gruppo della vecchia amministrazione Paolozza, che ha guidato il comune dal 1995 al 1999, è pronto a scendere in campo in contrapposizione all’attuale maggioranza e all’opposizione.

“Una terza lista – dice uno dei protagonisti dell’iniziativa – con l’intento di riportare un clima sereno nella nostra comunità che negli ultimi anni ha vissuto una situazione di scontro che certamente non fa bene a nessuno. Lo scopo è quello di creare un’alternativa. Dare la possibilità a chi non si riconosce negli attuali schieramenti la possibilità di scegliere un gruppo di giovani con la voglia di fare e di mettersi in gioco per il bene della collettività”.

E’ iniziata dunque la corsa alla costruzione delle liste per correre alla prossime amministrative. Naturalmente manca ancora molto per parlare di composizione delle liste e di candidati sindaci, ma la voglia di mettersi in gioco c’è. Intanto si comincia a riscaldare i muscoli, in attesa di poter scendere in campo e chissà giocarsi la partita. Una sfida che potrebbe vedere tre contendenti correre per la conquista del municipio.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

venerdì 31 gennaio 2014

Fortore, ancora pale eoliche

E’ stato pubblicato sul bollettino ufficiale della regione Campania del 27 gennaio, il decreto dirigenziale numero 292 con cui si autorizza la società Sorgenia Green srl di Milano alla realizzazione di un nuovo parco eolico nel Sannio. L’impianto costituito da sei aerogeneratori, di potenza nominale unitaria di 2 MW (massima fino a 2,3 MW) sorgerà in località Piana delle Logge e Acquafredda del comune di San Marco dei Cavoti ed avrà una una potenza complessiva nominale di 12 MW (massima consentita fino a 14 MW).

Il comune fortorino dunque, è pronto ad ospitare nuovi impianti eolici dopo le wind farm della Ivpc srl, della Ivpc Power 8 spa, mentre risulta essere stato autorizzato nel 2011 un altro parco eolico a favore della società Econergia srl (27 mw). Sempre nel Burc odierno, la Regione Campania comunica di aver avviato inoltre il procedimento per l'approvazione, mediante convocazione di apposita Conferenza di Servizi, del progetto di un altro parco eolico proposto questa volta dalla società C&C Castelvetere Srl con sede legale in Albanella (Salerno).

L’impianto dovrà sorgere nel comune di Castelvetere e prevede opere accessorie da realizzarsi nei comuni di Baselice, Molinara e Foiano di Valfortore. La regione comunica inoltre che l’avviso pubblicato costituisce comunicazione di avvio del procedimento che porterà all’attivazione della procedura di espropriazione o d’asservimento per i terreni necessari alla realizzazione dell’opera. Copia del progetto è depositata per pubblica consultazione oltre che negli uffici regionali anche presso i Comuni di Castelvetere in Val Fortore, Baselice, Molinara e Foiano di Valfortore.

(Fonte: il quaderno)

martedì 28 gennaio 2014

Mostra bibliografica, “I dialetti sanniti”

di Angelo Iampietro

Sono venuto a conoscenza che presso la biblioteca provinciale di Benevento “A. Mellusi”, palazzo Terragnoli, è stata allestita la Mostra bibliografica “I dialetti sanniti”. Detta mostra resterà aperta fino al 7 Febbraio e raccoglie opere letterarie, ma non solo, di autori della terra del Sannio.

Tra le numerose opere esposte sono presenti anche quelle dei nostri letterati baselicesi: dott. Nicola de Lellis, Don Vittorio Moscato, prof. Fiorangelo Morrone, prof. Alfonso Mascia, prof. Aldo Lepore.

La stessa Mostra, già allestita in precedenza con notevole successo, è stata riproposta su richiesta di numerosi cittadini, che, allora, non avevano potuto visitarla. Fuor di dubbio è il suo contributo culturale, che offre ai visitatori un’occasione per visionare testi attinenti la nostra cultura comunicativa in vernacolo.

Si nota, tra le tante pubblicazioni, la presenza dei testi dei Letterati baselicesi che, da studiosi certosini, per l’originalità delle opere, hanno portato il vernacolo oltre i nostri confini territoriali; si va, infatti, dalla poesia (testi del dott. Nicola De Lellis e Don Vittorio Moscato), alla narrativa (prof. Aldo Lepore), dalla storia (prof. Fiorangelo Morrone) al teatro ed infine alla linguistica con il “Dizionario del dialetto baselicese” (prof. Alfonso Mascia); quest’ultimo unico nel suo genere; è un’opera completa perché riporta correttamente l’esatta traduzione in lingua italiana del corrispondente vocabolo in vernacolo, la sua grammatica, le varie forme linguistiche, le espressioni tipiche, l’etimologia.

Se si fa un confronto per numero di abitanti della nostra comunità con le altre realtà ben più numerose, i Letterati baselicesi hanno offerto un contributo culturale di tutto rispetto per lo studio, la conoscenza e la trasmissione del nostro dialetto e, direi che siamo, senz’altro, al primo posto per numero di pubblicazioni.

Voglio augurarmi che la Mostra venga visitata da tutte quelle persone che vogliono tener vivo il legame con il nostro passato, elemento culturale fondamentale per ravvivare anche il nostro presente, frutto di continuità pur nella modernità, convivendo con i nuovi linguaggi e le nuove forme di comunicazione.

Certamente, a questo invito, non si sottrarranno le istituzioni scolastiche del territorio, che sapranno fare buon uso di questa opportunità culturale per i loro allievi.


lunedì 27 gennaio 2014

De Girolamo si dimette


"Mi dimetto da Ministro. L'ho deciso per la mia dignità: è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo. Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità". Con un tweet, poco prima delle 21 di questa sera (ieri per chi legge), Nunzia De Girolamo ha annunciato le sue dimissioni da ministro.

Alla base della decisione, la solitudine nella quale si sarebbe ritrovata, a suo dire, dopo i fatti relativi alla Asl di Benevento, per i quali non è indagata ma che l'hanno portata a riferire alla Camera poco più di una settimana fa.

Forse, questo è solo un alibi, De Girolamo, infatti, ha probabilmente giocato d'anticipo, se si considerano come attendibili le voci circa un suo imminente ritorno sotto l'ala protettrice di Silvio Berlusconi.
Il rientro in Forza Italia sarebbe incompatibile con la permanenza nel Governo Letta Alfano e, dunque, l'ormai ex regina delle larghe intese avrebbe preferito andarsene, piuttosto che essere cacciata dall'Esecutivo.

Nei giorni scorsi, l'ormai ex ministro avrebbe avuto una serie d'incontri con Ie deputate di Forza Italia Gabriella Giammanco e Annagrazia Calabria, oltre che con Denis Verdini, Rocco Palese e Vito Crimi. Favorevole al ritorno lo stesso Berlusconi. 

(Ilquaderno.it)


De Girolamo si dimette: 'Il Governo non mi ha difeso'

martedì 21 gennaio 2014

Giochi da ragazzi, Baselice citato dal Fatto Quotidiano


Lo cunto de li cunti e altri giochi da peccerille 
Il Basile, insieme ad Anca Nicola, menziona in una nota pagina della sua opera molti altri giochi da bambini: la mosca cieca (gatta cecata) e la seggiolina, o sedia del papa (mammara e nocella); lo scaricabarile (scarreca varrile), in alcune città e regioni sinonimo di cavallina, in altre di un gioco a squadre molto simile che a Roma è tre tre giù giù, e altrove quatt’e quatta otto (Baselice, BN) oscaricabotto ’scaricabotte’ (Cannara, PG) salta la mula (Pistoia) o mammaredda ’piccola mamma’ (Brindisi), in altre ancora, come nella capitale, di quel gioco che a Napoli è piuttosto vacanta varile‘svuota barile’ e si fa in due (ci si mette schiena a schiena e, a turno, uno solleva e l’altro si fa sollevare); lo “scarica la botte”(scarreca la votta), in cui a essere scaricato era il bambino tenuto sulle ginocchia, come recita una celebre filastrocca: «Trotta trotta cavallino / per la strada del mulino; il mulino non c’è più: / trotta trotta cadi giù» (Per leggere tutto l'articolo clicca qui sotto)


Giochi da ragazzi - Passatempi infantili in vernacolo - Il Fatto Quotidiano

mercoledì 15 gennaio 2014

Il Sannio e lo spauracchio petrolio

Lo stesso problema, due velocità diverse. In Irpinia politica e istituzioni a dare sostegno ai comitati che si oppongono alla ricerca di petrolio sul territorio, nel Sannio immobilismo e guardia abbassata nonostante lo spauracchio "petrolio" sempre in agguato. La politica sannita non segue più la questione legata alle ricerche petrolifere anche se i progetti della Delta Energy Ltd che riguardano una grossa fetta di comuni della provincia di Benevento, in particolar modo del Tammaro e del Fortore, sono ancora realizzabili. In soldoni, niente è stato scongiurato, molto più semplicemente non se ne parla più. Eppure, poco meno di un anno fa l'argomento era sulla bocca di amministratori e politici sanniti, è stato oggetto di campagna elettorale per molti ("Ci incateneremo ai pozzi petroliferi" o "Stiamo studiando la problematica") prima di finire inesorabilmente nel dimenticatoio. C'è altro a cui pensare? Forse, anche se nella vicina Irpinia che ha lo stesso argomento da affrontare, l'impatto è stato diverso.

Buon ultimo l'incontro che si è tenuto a Gesualdo, dove gli "ecorottamatori" Verdi contro le trivellazioni petrolifere hanno invitato Vittorio Sgarbi che è venuto a supporto dei comitati No Triv irpini. Oppure, sempre a Gesualdo, la 'mossa' del Partito Democratico irpino che ha bocciato qualsiasi tipo di progetto criticando aspramente la posizione, ancora una volta interlocutoria, del Governatore campano, Stefano Caldoro: "C'è la contrarierà in Commissione Ambiente e l'ok alle Attività Produttive". E i comitati irpini si sono affidati ai politici locali per la risoluzione del problema chiedendo di rilanciare in sede ministeriale i contenuti dell'interpellanza parlamentare presentata da Luigi Famiglietti (Pd) nel settembre scorso. Le stesse scelte coraggiose che vorrebbero anche i No Triv sanniti ma nel beneventano, se si escludono vecchi tavoli coordinati dalla Provincia di Benevento (prima del commissariamento) e di protocolli d'intesa tra i sindaci dei comuni montani, non c'è traccia di azioni politiche o amministrative recenti.

www.ilquaderno.it

lunedì 6 gennaio 2014

Salmonella ed escherichia coli nei fiumi

E’ come misurarsi la febbre, appurare che la temperatura è elevata ma non fare nulla per guarire. Da anni le acque dei fiumi sanniti sono ufficialmen­te inquinate e inutilizzabili a causa del loro elevato potere contaminante. Ri­sale infatti al 26 novembre del 2009 la ordinanza dell’allora presidente del­l’am­mi­ni­strazione provinciale, Aniello Cimitile, che vieta il prelievo per uso irriguo da tutti i corsi d’acqua (altro servizio in pagina). Il provvedimento si rese necessario in considerazione della accertata presenza di fattori altamente inquinanti come la salmonella e la escherichia coli, potenzialmente in grado di provocare gravi problemi alla salute umana, primo tra tutti il tifo. Un rischio che a quattro anni di distanza dalla emissione di quel divieto è tutt’altro che scongiurato.

«C’è il ragionevole sospetto – per citare le parole del direttore provinciale dell’Arpac, Pietro Mainolfi (intervista a lato) – che le acque dei torrenti Isclero e Tesa venga­no utilizzate per alcuni mesi dell’anno per l’irrigazione dei terreni circostanti. Alla luce dei dati rilevati – aggiunge Mainolfi – appare urgente e indifferibile proibire tale pratica per il grave rischio epidemiologico che ne potrebbe derivare». Parole che pesano come macigni ma che non sembrano scuo­tere più di tanto gli enti locali. I Comuni, per la gran parte, continuano a scaricare i propri reflui urbani nei corsi d’acqua senza adeguata depurazione. La stessa Provincia, che nel 2009 si era attivata per lo stop ai prelievi idrici vietando nel 2011 anche la pesca, ha poi lasciato di fatto agli enti locali il compito di segnalare eventuali violazioni. Eppure, come testimoniano le parole del numero uno dell’Arpac, non si può affatto escludere che le inquinatissime acque di fiumi e torrenti sanniti vengano tuttora utilizzate per irrigare ortaggi o abbeverare animali da allevamento.

E le conseguenze potrebbero essere davvero molto pesanti. Il più recente monitoraggio effettuato dall’Arpac a dicembre conferma livelli di contaminazione enormi. La escherichia coli, il cui limite massimo di legge è fissato a 100 «Unità formanti colonia», arriva a valori esorbitanti nei tre principali corsi d’acqua della provincia: 80.000 nel Sabato, 50.000 per l’Isclero, 40.000 nel Calore. Nella prossima primavera saranno ripetute le analisi finalizzate a individuare la presenza di sal­monella. Il monitoraggio continua ma non si intravvede all’orizzonte un cambio di rotta da parte degli enti locali, doppiamente responsabili in quanto autori degli scarichi inquinanti e restii nel denunciare le violazioni individuali.

benevento.ottopagine.net