lunedì 8 febbraio 2021

I valani, la tratta dei calzoni corti

Sempre interessanti i post che il presidente di Futuridea Carmine Nardone pubblica sulla sua pagina Facebook, questa volta vi proponiamo un argomento che ha interessato anche la Valfortore: il mercato dei valani

Nel passaggio dai buoi ai trattori scomparirono anche i valani. Una scia di origine feudale era senza alcun dubbio, il mercato delle braccia in agricoltura, che ha caratterizzato per secoli tutto il Mezzogiorno, per esaurirsi agli inizi degli anni '60. (almeno quel tipo per risorgere in altre forme di caporalato) Il mercato che si teneva il 15 agosto, giorno dell'Assunta, nelle principali piazze delle città rurali del Mezzogiorno, riguardava sia i ragazzi (dai 7 ai 13 anni) fenomeno noto come la “tratta dei calzoni corti” che persone adulte (valani) per accudire le stalle e per lo svolgimento di lavori agricoli sugli animali bovini.

Il 15 agosto il mercato si teneva a partire dalle prime ore del mattino, in piazza Duomo a Benevento. Nella prima foto un documento straordinario del mercato dei valani di Piazza Duomo testimoniato dal servizio di un giornalista inglese del 1952. Grazie alla collaborazione di Rito Martignetti e del Museo del Sannio è stato possibile farlo conoscere (la foto è stata concessa dallo stesso museo, ndb). Le trattative si svolgevano anche nei vicoli adiacenti piazza Duomo. L’8 settembre i garzoni di trasferivano nelle aziende. Il salario, misero, veniva pattuito oralmente tra le parti, ovvero tra il datore di lavoro e il padre dei minori o direttamente con il valano adulto.

Il salario, di solito, veniva concordato parte in danaro e parte in natura (di solito grano) e poteva oscillare dalle 5 mila lire per 5 quintali di grano all'anno fino a 12-13 mila lire e 13 q.li di grano per i lavoratori adulti addetti alle stalle e al lavoro agricolo. Spesso si pattuiva anche il vitto con il pane a peso per giornata. Per i ragazzi si garantiva poco o niente, oltre il vitto e alloggio nelle masserie, e questi giovani venivano destinati alla cura dei greggi o a collaborare con i valani nei lavori della stalla. Francesco Romano denunciò per primo con forza (1950) questo mercato semi feudale. Sia i valani che i giovani garzoni dormivano quasi sempre nella stalla con postazioni e giacigli di fortuna.

I lavori di stalla e di campo dei valani e dei garzoni erano fortemente correlati alle stagioni e al ciclo produttivo. Durante il periodo di lavoro la sveglia per i valani era circa alle tre del mattino. La prima cosa era la pulitura della lettiera, accumulando la paglia ancora asciutta sotto le zampe anteriori degli animali e trascinando verso il basso le deiezioni e la paglia mista a deiezioni. Questa parte (letame) veniva trasportata con il “vaiardo” e solo negli ultimi tempi con carriole in legno a ruote di ferro, dalla stalla sul letamaio posto in prossimità dell'aia. Contemporaneamente alla pulitura della stalla si provvedeva al governo, posizionando nella mangiatoia fieno o foraggio fresco.

Mentre gli animali si alimentavano, si provvedeva alla “brusca e striglia” e in molti casi al lavaggio delle parti posteriori degli animali, per portarli puliti al lavoro. L'ultima fase, prima del lavoro, era l'abbeveraggio degli animali che avveniva o portando gli stessi nei pressi del pozzo o delle fonti di acqua o trasportando secchi di acqua all'interno della stalla. Gli animali da lavoro erano così pronti per accogliere il giogo, museruola e funi per l'inizio dei lavori così per l'aratura estiva, la semina e tutte le lavorazioni legate agli ordinamenti produttivi. Di solito si lavorava dalla mattina presto, dalle ore cinque, fino a verso mezzogiorno con una breve interruzione per la colazione verso le otto.

Gli animali ritornavano nella stalla e venivano di nuovo alimentati e abbeverati, contemporaneamente consumava i pasti anche il valano e i garzoni per riprendere il lavoro verso le quindici fino a verso le diciotto, per poi ricondurre gli animali di nuovo nella stalla e accudirli (alimentazione, abbeveraggio, lettiera). Il superamento, formale, di quel mercato, fu possibile grazie alle lotte sindacali ed in particolare della Feder braccianti-CGIL e all’impegno militante di tanti uomini della sinistra. Da ricordare la meritoria attività giuridica e politica di Francesco Romano difensore dei soggetti più deboli e privi di diritti della nostra storia locale.

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