giovedì 6 maggio 2010

Tutti pazzi pr il teatro


Dal 3 al 16 giugno si svolgerà la prima edizione della rassegna teatrale: Tutti pazzi per il teatro, un percorso artistico che coniuga il disturbo mentale con il teatro esplorando nuove forme di comunicazione, e allo stesso tempo, di esperienza terapeutica. Chi è diverso, il folle, può offrire la propria dimensione altra che si traduce in una creatività ricca di sfumature e di colori straordinari. Tutti pazzi x il teatro, organizzata dal Centro di Salute Mentale di Puglianello, metterà in scena anche il lavoro laboratoriale dei pazienti e gli operatori del dipartimento che hanno rielaborato la commedia di Edoardo Scarpetta “Il medico dei pazzi”, con la regia di Antonello Santagata. Il cartellone della rassegna, che inizierà il 3 giugno al Teatro Comunale di Benevento, sarà presentato nel corso di una conferenza stampa in programma per fine maggio. Scegliere la diversità, sostiene Maurizio Volpe, direttore dell’UOCSM di Puglianello, rappresenta un modo importante per contribuire alla difesa della vita e della salute, che è la missione delle organizzazioni preposte e delle istituzioni che supportano e patrocinano l’evento: l’assessorato alla cultura della Provincia di Benevento, il Comune di Puglianello, il Comune di Benevento con l’assessorato alla cultura, la Proloco di San Salvatore, la Solot e tutte le altre associazioni che partecipano attivamente al progetto. Un significativo contributo è stato dato anche dal mondo del volontariato e, in particolare, dalla presidente della Rete Sociale Serena Romano.

mercoledì 5 maggio 2010

Emergency alla libreria Masone

Venerdì, 7 maggio, ore 20.30, presso la libreria Masone Alisei di Benevento, il gruppo locale di Emergency sarà protagonista de “I colori del cinema”, rassegna della biodiversità e della coesione sociale.

In programma, “Kabul: i volti degli effetti collaterali della guerra” (2009), proiezione delle foto realizzate da Carmen Papaianni, medico anestesista, durante la sua esperienza presso l’ospedale Emergency di Kabul.
Segue “Cosa ho imparato dagli afgani: tre mesi all’ospedale di Kabul”, intervento di Carmen Papaianni.
Introduce la serata Maurizio Pecoriello (gruppo Emergency AV/BN).

“I colori del cinema” è una rassegna che, promossa dalla Rete Arcobaleno, intende mettere in circuito le associazioni ecosolidali con le testate giornalistiche e con le librerie indipendenti, perseguendo una contaminazione di visioni e l’agevolazione di un linguaggio idoeneo a una società in trasformazione.

Da aprile a novembre 2010, per 23 eventi, realizzati di venerdì, alle 20,30, a turno, 26 realtà associative e culturali propongono la propria interpretazione della sostenibilità e della promozione sociale tramite un film, un corto, un documentario o foto. A conclusione dell’evento, un aperitivo, realizzato con prodotti del territorio, che consolida l’attitudine aggregativa dell’iniziativa.

www.beneventoecosolidale.wordpress.com

martedì 4 maggio 2010

Strade del Fortore, gli interventi della Provincia

Ecco gli interventi previsti dalla Rocca dei Rettori per la messa in sicurezza delle strade del Fortore.
Bivio Molinara per 250.000 euro; Baselice-Ponte Carboniera per 150.000 euro; San Bartolomeo in Galdo-Castelvetere Valfortore per 150.000 euro; Castelfranco in Miscano-Ponte Bagnaturo per 300.000 euro; Ginestra-Castelfranco in Miscano per 250.000 euro.

lunedì 3 maggio 2010

Baselice, sistemazione di via Crocella


Sistemazione di via Crocella. È questo il nuovo progetto messo in campo dal Comune di Baselice. Nei giorni scorsi la Giunta di piazza Convento ha deliberato sul provvedimento. Presenti, oltre al primo cittadino Domenico Canonico, il vicesindaco Giuseppe Ferro e gli assessori Salvatore Brancaccio, Romano Zeolla e Pasquale Stravato (Quest’ultimo sostituito poi dal consigliere Giancarlo Verdura).
“L’intervento su questa strada – dice il sindaco – è un’importante misura che rientra nei progetti di quest’amministrazione nel voler migliorare la viabilità interna del paese. Dopo le altre opere messe in campo, questa è un’ulteriore passo avanti nella sistemazione delle strade comunali”.
Per la sistemazione della strada è previsto un importo di 42mila euro: finanziamento che rientra nella legge regionale 51.

venerdì 30 aprile 2010

Il Psaut di San Bartolomeo alle calende greche


Il Psaut di San Bartolomeo doveva essere inaugurato prima delle elezioni regionali. Ma per problemi burocratici l'apertura era stata rinviata a domani 1 maggio. Addirittura prima della tornata elettorale alcuni esponenti politici del Pdl avevano annunciato l’apertura dell’intero ospedale. Ne ricordate i toni trionfalistici?
("È fatta: apre dopo 50 anni l’Ospedale Padre Pio di San Bartolomeo in Galdo").

Ebbene, sapete l’ultima? il Psaut (non l’ospedale) nemmeno stavolta apre i battenti. Il motivo? l’Asl ancora una volta non sarebbe pronta. Allora perché non dire la verità? A nessuno interessa aprire questo punto di primo soccorso, come a nessuno interessa aprire l’intero ospedale. È il solito specchietto per le allodole (per non dire un’altra cosa) che si mostra ai cittadini del Fortore in ogni tornata elettorale.
Ora dove sono quelli che annunciavano in pompa magna l’apertura dell’ospedale? Eppure a San Bartolomeo hanno fatto man bassa di voti.
Ai lettori le conclusioni.

Appello all'informazione locale

di Alessio Masone *

La nostra città deve essere riconoscente all’amministratore dell’EPT di Benevento per aver organizzato la “Fiera dell’editoria e dell’informazione locale”. Con esigui fondi, ma con molto pragmatismo, l’amministratore Giovanni La Motta abilmente ha concretizzato un ottimo risultato.

D’altra parte, ritengo che questa manifestazione, se fosse stata organizzata tramite l’assessorato alla cultura del Comune di Benevento, avrebbe avuto interesse a incentivare, anche, una promozione sociale e un’emancipazione da una società arenata al XX secolo, due elementi fondativi di una coerente attività culturale.

Certo, l’Ente Provinciale per il Turismo ha, istituzionalmente, competenze ed obiettivi tesi prioritariamente a produrre visibilità a un comparto, utilizzandolo, al contempo, come pretesto attrattivo.

Al contrario, l’organizzazione di un evento collegato al libro e all’informazione, inevitabilmente, si interseca con una complessità di argomenti: la funzione dell’editoria e del giornalismo, con riferimento al contesto locale, nella crisi della cultura, nell’emergenza informativa, nell’omologazione del linguaggio e dei gusti, nella scarsa coesione sociale, nella perdita progressiva delle identità territoriali. Visto che la fiera si realizza nel capoluogo di una piccola provincia a prevalenza rurale, inoltre, l’evento avrebbe meritato di essere caratterizzato da quell’approccio alla sostenibilità di cui la nostra realtà territoriale si avvantaggia nei processi produttivi e sociali.

Per tutto questo, mi appello alle testate giornalistiche e agli editori beneventani affinché il prossimo appuntamento della fiera sia portatore di valenze proporzionate ai cambiamenti in corso nel XXI secolo. Gli editori e i giornali non possono essere fruitori neutri di un’iniziativa a valenza pubblica; non possono essere aggregati da un ente che ha vocazioni ben diverse da quelle che accomunano gli editori ai giornali.

Non pretendo che la mia visione sia migliore delle vostre, ma è dovere di tutti noi confrontarci sulle nostre visioni con una ricaduta comunitaria: questo è un processo culturale. Una fiera dell’editoria e dell’informazione non può consistere in una semplice fotografia dello status quo dell’editoria locale e nel consentire agli editori di organizzare convegni celebrativi, prevalentemente, dei propri libri. In una visione che vada oltre le spinte personalistiche, non si può trattare di editoria locale senza evidenziare, al lettore di oggi, le esperienze editoriali che, a Benevento, nel secondo novecento, hanno tracciato la strada per un’editoria progettuale e identitaria: le edizioni di don Ciccio Romano (Secolo Nuovo e Il filo rosso) e le edizioni di Gennaro Ricolo.

Durante una riunione organizzativa della fiera, proposi, per una caratterizzazione costruttiva dell’evento, un dibattito per costituire un “Osservatorio sul giornalismo locale responsabile”: biodiversità dell’informazione, indipendenza dall’establishment politico ed economico, apertura all’associazionismo e alla società civile. Ebbene, in quella riunione monocorde, non vi fu un commento, a favore o contro.

Il 23 aprile, mentre la fiera prendeva il via, altrove, si inaugurava “I colori del cinema”, rassegna della biodivesità e della coesione sociale che, per la prima volta, mette in circuito le associazioni ecosolidali con alcune testate giornalistiche e con le librerie indipendenti. Una fusione culturale che contamina di nuove visioni la nostra comunità territoriale.

Per ora, a nome di numerose associazioni ambientaliste e culturali, ringrazio le testate giornalistiche Bmagazine e Sanniopress che, dando credibilità ai fermenti provenienti dall’associazionismo e dalla società civile, stanno gettando le basi per quel percorso di trasformazione dell’informazione sempre più indispensabile per affrontare i cambiamenti sociali, economici ed ambientali in corso.

* Cofondatore di Art’Empori – bMagazine – Comunità dell’arte biodiversa
Cofondatore della Rete Arcobaleno – Associazioni per un’economia ecosolidale

giovedì 29 aprile 2010

Il Sud non può più attendere

Riceviamo e postiamo

di Giovanni Di Lecce*

La querelle televisiva tra Fini e Berlusconi ha portato alla luce, rimarcandone così i contorni, i gravi contrasti, mai risolti, ma messi in ombra dalla propaganda fumosa dei tanti giullari che allietano la corte di re Silvio, che attraversano il Pdl, in cui convivono una accanto all'altra due anime tra loro diversissime, accomunate solo dall'interesse di occupare posti di potere.

Come sempre accade con Berlusconi, la fondazione del Popolo della libertà si è rivelata una pura operazione di maquillage, volta esclusivamente a dare ad An i connotati di Forza Italia, dal momento che ne era diventato la sua brutta copia.
La logica perversa che sta alla base di questa formazione politica è tutta nel fatto che quest'ultima deve fungere, secondo le migliori intenzioni di Berlusconi, da semplice e vuoto contenitore, così che egli possa riempirlo all'occorrenza con i suoi proclami dittatoriali, tradotti, poi, quasi sempre in leggi speciali, che i parlamentari di maggioranza, come fossero suoi maggiordomi, gli ritagliano su misura.
Certo è che rimane un mistero del perchè Fini abbia permesso che il suo partito venisse fagocitato da un leviatano come Forza Italia, tipico esempio di familismo all'italiana. Non che An ne fosse immune, ma almeno alcuni suoi uomini (vedi Domenico Fisichella) ci erano parsi non avvezzi a pratiche così corrosive del tessuto sociale.

Fatto sta che sentendo le dichiarazioni di Fini di questi ultimi giorni vien da dire che lui non si smetisce mai. Chi si era illuso che Fini nel dibattito scaturito nella direzione del Pdl ci avesse consegnato la sua immagine definitiva è stato prontamente smentito: lui è sempre e soltanto uno, nessuno, centomila.
Si atteggia a uomo di Stato, ma ne è una triste caricatura, sempre pronto a mettere la maschera del cortigiano che vuole compiacere il Principe. Lui piuttosto è il figurante che gioca a fare il re, e si compenetra così tanto nel ruolo che quando gli si ricorda che la recita è finita, lui strepita e piange come un bambino a cui si toglie il trastullo dei suoi giochi per metterlo a letto.

Fini è un personaggio tragico e comico allo stesso tempo. Tutto compreso nella sua parte, non si avvede di recitare brutti copioni scritti da altri, ma che lui manda a memoria come fossero pezzi di alta dottrina politica. E' a capo di una soldataglia prezzolata e sempre al soldo di chi paga meglio, ma si pensa sempre l'audace condottiero di un esercito agguerrito e fidato. Si crede un novello Riccardo Cuor di Leone, ma al primo squillar di trombe non trova di meglio che battare in ritirata, lasciando che il nemico detti lui le condizioni della resa.

E dire che l'avevamo preso in parola quando si era dichiarato un conservatore di stampo liberale, che guardava con la sua An all'unità d'Italia come a un valore fondativo della nostra Repubblica.
D'altronde come aspettarsi tanta coerenza da uno che pur di governare si alleava e si allea con la Lega Nord, un partito che un giorno sì e l'altro pure grida sempre alla seccessione? o da uno che grida continuamente al ladro, ma che poi non trova di meglio che stringere con lui accordi che l'autorizzano a far razzia di legalità in Parlamento?

Purtroppo quanti han creduto che lo scontro con Berlusconi non fosse solo una farsa e che veramente Fini si fosse fatto vessillifero delle ragioni del Sud, si sono dovuti subito ricredere e hanno dovuto prendere atto che il Sud o si salva da sè o è destinato ancora una volta ad essere terra di conquista del primo che dichiari di volersi fare paladino della sua causa.
Tutto questo mi rafforza nella convinzione che "L'Altro Sud" è destinato a diventare la Voce critica del grave disagio del Popolo Meridionale.

www.laltrosud.it

mercoledì 28 aprile 2010

Intercettazioni, il no dei giornalisti

''Questa legge è una legge liberticida che va frenata''. Così il segretario generale della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi, presente alla manifestazione organizzata dalla Fnsi a Piazza Navona questa mattina, spiega i motivi della contestazione al disegno di legge sulle intercettazioni in discussione al Senato.

''A questa legge - prosegue Siddi - se verrà approvata ci opporremo un minuto dopo recandoci alla Corte di giustizia europea. Non poter dar conto di come procedono le inchieste è un fatto anti democratico, illiberale e che lede la democrazia più povera. Non sapremmo nulla per anni di tanti misfatti che magari finirebbero sepolti nei vecchi cassetti di tante procure''.

Sul rispetto della privacy da parte dei media Siddi aggiunge: ''Penso che occorra stabilire i principi, quella delle persone va tutelata, ma le notizie devono essere date. Occorre sempre un equilibrio, una capacità professionale e deontologica per stare in questo equilibrio. Non c'è dubbio però che i fatti di interesse pubblico siano prevalenti sulla privacy di qualsiasi individuo, tanto più se si tratta di un personaggio pubblico. È ovvio, non dobbiamo prestarci a elementi di pubblicazione che vanno a colpire l'intimo delle persone senza valenza pubblica''.
(Fonte: Adnkronos)

Fermiamo il nucleare, appello per un Comitato nazionale

Crediamo che la scelta del Governo di far tornare il nucleare in Italia sia una scelta sbagliata e rischiosa, che non fa gli interessi dei cittadini e del Paese.

Alcuni dati lo dimostrano: l’Italia ha una potenza elettrica installata di ormai quasi 100.000 megawatt, mentre il picco di consumi oggi non supera i 55.000 megawatt. Le recenti dichiarazioni di autosufficienza energetica dei Presidenti di alcune regioni italiane valgono anche per il resto del Paese. Non abbiamo dunque bisogno di nuova energia ma di energia rinnovabile in sostituzione di quella fossile.

Il nucleare costa troppo, in nessun paese al mondo si costruiscono centrali senza finanziamenti pubblici e garanzie statali, che ricadono poi sulle tasse e le bollette pagate dai cittadini. In Italia si distoglierebbero risorse importanti dalla ricerca per l’innovazione tecnologica e dalla diffusione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.

A fronte però dell’impiego di così ingenti risorse pubbliche, la risposta alla crisi economica e occupazionale non è significativa, soprattutto se equiparata al rapporto tra occupazione e investimento nei settori dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Secondo uno studio dell’Unione Europea del 2009 investire oggi per raggiungere nel 2020 il 20% di rinnovabili creerà 2,8 milioni di posti di lavoro con oltre 2000 imprese coinvolte.

Il nucleare continua a essere rischioso: anche per i reattori di terza generazione EPR in costruzione sono emersi gravi problemi di sicurezza, come hanno denunciato, a novembre 2009, con una nota congiunta le Agenzie di Sicurezza di Francia, Regno Unito e Finlandia. Inoltre è utile ricordare che nel mondo non è stato ancora risolto il problema di dove depositare in modo sicuro e definitivo le scorie.

Il nucleare non ridurrebbe la dipendenza energetica dall’estero perché importeremmo l’uranio e, secondo il recente accordo sottoscritto con la Francia, importeremmo tecnologia e brevetti esteri, per tutto il ciclo di vita fino alla messa in sicurezza delle scorie. Quanto al presunto “rinascimento” del nucleare nel mondo, i Paesi che lo hanno scelto negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, sono costretti a prolungare l’attività delle loro centrali per evitare gli ingenti costi di smantellamento degli impianti a fine vita, come in Germania, o a progettarne di nuove, per evitare la crisi di un costosissimo comparto industriale, come in Francia.

Infine il nucleare non darà nessun contributo a rispettare i vincoli posti dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, perché le prime centrali non saranno operative prima del 2026-2030, e perché il complesso ciclo di approvvigionamento della materia prima, di costruzione e smantellamento produce non poca CO2.

Per tutte queste ragioni, s’invitano tutti a superare dispute ideologiche di parte e compiere scelte razionali e convenienti per il Paese, per contrastare i cambiamenti climatici e rispettare gli obiettivi posti dall’Unione Europea del 20-20-20. L’auspicio e l’impegno delle associazioni promotrici e di tutti gli aderenti è che si crei un grande schieramento unitario e trasversale, al di là delle diverse appartenenze e collocazioni politiche.
Vogliamo costruire insieme al mondo della cultura e della politica, della scienza e del lavoro, della società civile e delle imprese, strategie unitarie e comuni che possano ridare al Paese la prospettiva di un modello energetico sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale.

Le associazioni promotrici:
Ambiente e Lavoro
Accademia Kronos
Associazione Mediterranea per la Natura
Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare
Fare Verde
Forum Ambientalista
Greenpeace
Italia Nostra
Jane Goodal Italia
Lav
Legambiente
Lipu
Mountain Wilderness
Pro Natura
Vas
Wwf

martedì 27 aprile 2010

Fortorina, ecco quanto costa

Tra gli investimenti dell’Anas in Campania ci sono anche quelli per la strada Fortorina. La notizia – che riportiamo qui sotto – è apparsa sul sito www.megamodo.com.

(…) La variante alla strada statale 212 “Fortorina” dal bivio di Pietrelcina allo svincolo per San Marco dei Cavoti, del valore di circa 158 milioni di euro, che si sviluppa con importanti opere d’arte quali gallerie e viadotti per circa 17 chilometri su un territorio articolato e complesso, anche per la presenza di reperti archeologici. A lavori ultimati verrà consegnata alla comunità tutta una nuova e importante arteria che costituirà non solo il collegamento con le aree interne ma anche il volano per lo sviluppo industriale delle aree del Fortore e del beneventano.

lunedì 26 aprile 2010

Cernobyl, 24 anni fa la tragedia


"Stop follia nucleare". E' questo lo striscione esposto questa mattina davanti a Montecitorio da 10 attivisti di Greenpeace. In tute bianche e maschere antigas, hanno portato, inoltre, una mostra fotografica per ricordare il ventiquattresimo anniversario del disastro di Cernobyl.

Il 26 aprile 1986 a Cernobyl si verificò il più grave incidente nucleare della storia, con una violenta esplosione che rilasciò in atmosfera cento volte la radioattività sprigionata dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. La nube radioattiva arrivò fino in Europa Centrale e in Italia.

L'organizzazione ricorda poi che nel 1987, l'anno dopo Cernobyl, oltre l'80% dei cittadini italiani ha votato contro il nucleare e che in seguito all'esito dei tre referendum proposti, tutte le centrali nucleari in Italia furono chiuse.
(Fonte: Ansa)

Liberiamo l'acqua dal mercato


Il fine settimana del 24 e 25 aprile è iniziata in tutta Italia la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. In centiania di piazze italiane saranno allestiti i banchetti. L'anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stato occasione per liberare anche l'acqua dal mercaro e dal profitto. Diventa anche tu una staffetta del bene comune, firma e fai firmare.

I tre quesiti vogliono abrogare la vergognosa legge approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti.

Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.

Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.

Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.

www.acquabenecomune.org

venerdì 23 aprile 2010

Festa dei sanniti svizzeri


Festa di primavera sannita. È l’iniziativa organizzata per sabato 1° maggio nella regione della Schwerzisaall in dei Schwerzi 4 8135 Langnau am Albis (Zurigo) dai Sanniti svizzeri. La manifestazione si svolgerà in due tempi. Dalle 17 alle 19 incontro dibattito con i sindaci sul tema “Gli amministratori locali come fanno fronte all’incombente crisi economica-occupazionale”. E dalle 19 in poi si potranno gustare piatti tipici della nostra terra. Ad allietare la serata il maestro Sandro Paolozza. Parteciperanno il sindaco di Baselice, Domenico Canonico, e quello di san Giorgio la Molara Luigi Vella, insieme ad altri amministratori sanniti.

Riprende il ciclo di visite "La bellezza rifiutata"


Domenica 25 aprile riprende il ciclo di visite de "La Bellezza Rifiutata", con un luogo simbolo, nell'immaginario collettivo più nel male che nel bene, della nostra regione: Casal di Principe.
La visita, organizzata dal'associazione il Vagabondo, questa volta non si caratterizzerà come un vero e proprio walking tour ma come visita "ibrida", parte a piedi e parte in auto date le distanze non proprio ridotte tra i vari siti che andremo a vedere.

L'appuntamento è alle 10:30 allo stadio comunale di Casal di Principe, poco distante dall'uscita della superstrada. L'itinerario previsto prevede la visita alla Casa Famiglia Don Diana, un giro per il centro di Casale, visita alla chiesa di San Nicola, pranzo al sacco (come al solito, portate qualcosa da condividere...), visita al Santuario della Madonna di Briano, per passare infine alla Reale Tenuta di Carditello e ai siti di stoccaggio di Ferrandelle.

Ai partecipanti che vorranno fare un'offerta libera in favore dei giovani a rischio della parrocchia di Don Diana sarà fatto omaggio di un libro sulla vita di Don Giuseppe Diana, vittima della camorra.

Per informazioni e prenotazioni: info@ilvagabondo.org.

giovedì 22 aprile 2010

Gli esuberi della Comunità e i contratti di solidarità

Il consiglio della Comunità montana del Fortore, riunito nella seduta di ieri, mercoledì 21 aprile, ha deliberato all'unanimità sulla questione della pianta organica dell'Ente ed in particolare sulla problematica degli esuberi. Erano presenti al consesso, tutti i 12 rappresentanti dei Comuni membri e quasi tutti i sindaci che, insieme al presidente Zaccaria Spina, hanno analizzato e discusso quanto emerso dall'ultimo tentativo di conciliazione, in particolare, la proposta dell'attuazione dei cosiddetti "contratti di solidarietà", avanzata dai lavoratori in esubero. Questi contratti prevedono la riduzione dell'orario di lavoro del personale ed il relativo risparmio economico sugli stipendi. Sarà questa una soluzione accettata da tutti?

In memoria dei nostri padri

Il 14 aprile 1957 le popolazioni del Fortore stanche di una vita di stenti e di miseria, organizzano, con il supporto dei sindacati e del Pci, la cosiddetta "Marcia per il lavoro" o "Marcia della fame", che nell’intenzione sarebbe dovuta partire dalla Valfortore per giungere, passando per Benevento, a Roma. Vogliamo ricordare, soprattutto ai più giovani, quel drammatico momento a cinquantatre anni dall'evento.Il racconto è tratto dalla mia ricerca "Modernizzazione e arretratezza in una comunità del Sannio".


(...) Ecco come descrive la protesta Aldo Gambatesa, inviato del quotidiano “Roma”: «Alle prime luci dell’alba, tra incerto chiarore, abbiamo visto la piazza [di San Bartolomeo] riempirsi gradatamente prima di operai e poi di un imponente numero di tutori dell’ordine. I braccianti, i manovali, gli operai, i contadini, con un piccolo sacchetto sulle spalle si aggiravano come tante ombre per la piazza centrale.[...] Una prima squadra di operai con in testa delle donne che tenevano strette al petto tenere creaturine, [...] si avviavano attraverso scoscesi sentieri su per la montagna. La strada provinciale era stata bloccata dai carabinieri, i quali, di certo non li avrebbero fatti passare. E così per evitare i posti di blocco, formati dalla polizia, preferivano affrontare le asperità della montagna. L’appuntamento era al ponte delle “sette luci” di Foiano. Quivi gli operai di San Bartolomeo si sarebbero incontrati con quelli provenienti da Montefalcone, da Foiano, da Baselice, da Castelvetere e tutti insieme avrebbero affrontato una nuova prova aggiunta alle loro tante tribolazioni, per recare nelle città eterna una voce di sconforto, ed una parola di umana, ansiosa invocazione. [...]

Nei pressi del ponte delle “Sette luci” un imponente schieramento di tutori dell’ordine blocca il passaggio agli scioperanti della fame. Il primo gruppetto che tenta di passare viene invitato ad allontanarsi senza creare incidenti. [...]. E così ancora una volta, silenziosi e tenaci gli scioperanti scomparivano tra gli irti sentieri della montagna. Intanto dal capoluogo continuano ad affluire nella zona maledetta ingenti forze di polizia. Si teme che da un momento all’altro possano verificarsi incidenti. Ormai nelle colonne si sono inserite troppi elementi comunisti, i quali potrebbero far nascere delle complicazioni [...]. Intanto, verso le prime ore della sera, i primi gruppi di operai sono riusciti a penetrare nel comune di San Marco dei Cavoti prima tappa prevista dalla massacrante marcia della fame. [...]»101

Ma qui presso il cimitero all’entrata del paese, «[...] il capo della polizia fa suonare la carica e azionare i manganelli. Si dà la caccia ai fuggiaschi per impedire che giungano a destinazione. [...] Il giorno successivo, tra le quattro e le cinque, riprendono il cammino: sono le avanguardie del movimento. Ma, dopo un paio d’ore di marcia incappano nella seconda rete della polizia, nel territorio di Pesco Sannita. Non riescono ad andare oltre. Un altro sbandamento, un’altra fuga, un altro inseguimento. Questa volta sono quasi tutti presi e caricati sugli automezzi. La marcia è l’ultimo atto della tragedia del vecchio Fortore»102 e «[...] l’ennesimo grido di angoscia sollevato dalla gente del Mezzogiorno che vede calpestati i suoi diritti [...] ».103

Si concluse tragicamente «la storia di un gruppo di cafoni, di braccianti, di senza terra, di operai a giornata che tentarono di marciare su Roma, per portare nel Parlamento la voce della fame e della disperazione».
Le cause dell’amara conclusione della “marcia” sono da ricercarsi non solo nella situazione socio-politica locale ma in quella più generale della fase storica della politica nazionale che vede il riflusso del movimento contadino, la destalinizzazione che travaglia il Pci e l’egemonia della Dc che occupa ormai stabilmente il potere tramite la politica di assistenza e di opere pubbliche della Cassa del Mezzogiorno.


101 A. GAMBATESA, Nella notte tempestosa sono partiti scalzi per Roma, in “Roma”, 15.04.1957, pag. 1

102 G. VIRGINEO, op. cit., pag. 136

103 A.GAMBATESA, Op. cit.

mercoledì 21 aprile 2010

Per un nuovo sud

di Giovanni Di Lecce*

Vari sono i motivi che dovrebbero indurre il Popolo Meridionale a prendere atto di una situazione politica che rischia di mettere il Sud fuori dai nuovi assetti geopolitici che la Lega Nord si sta ritagliando per sé, e che la vedono unica artefice di una riforma federalista mirante a destrutturare l'impianto dello Stato nazionale.
E' chiaro che il federalismo che la Lega vuol farci digerire non è quello che riconosce pari dignità alle entità regionali che dovrebbero entrare a far parte dello Stato federale, ma uno che assegni al Nord un ruolo preminente, in grado di assicurargli una egemonia politico-economica.

Un disegno come si vede che se realizzato nei termini illustrati rischia di mettere una seria ipoteca alla crescita economica della nostra terra, già mortificata nelle sue aspirazioni ad uscire da una situazione di storico sottosviluppo, determinatosi in seguito a interventi politici finalizzati a creare rapporti sociali di tipo assistenzialistico-clientelari che hanno affievolito di molto lo stesso diritto di voto dei cittadini meridionali. Tant'è che ancora non si è riusciti a spezzare il vincolo di servile sudditanza che essi intrattengono di volta in volta con il politico di turno chiamato a rappresentare le loro istanze, e che ha fatto sì che fossero tenuti in uno stato di minorità morale ed economica.
Affrancare il Popolo Meridionale da simili ceppi è uno dei punti fondanti del programma del nostro movimento politico.

Noi siamo convinti che il miglioramento economico della nostra terra debba passare da una rigenerazione morale dei suoi abitanti, la quale non può prescindere da una nuova stagione culturale. Senza una presa di coscienza di ciò che siamo stati, sarà difficile che noi si possa acquisire la necessaria consapevolezza per capire le ragioni storiche che hanno determinato l'attuale stato di degrado.
Reimpostare il discorso politico su basi che hanno nella storia e nella cultura del Sud il loro fondamento significa costringere una forza politica come la nostra a lavorare in profondità, come fossimo archeologi impegnati ad aprire varchi nel terreno della nostra gloriosa storia in maniera tale da portare alla luce l'autentica identità della nostra gente, che potrà così riconoscersi in essa come in uno specchio.

Il meridionale, complice la sua classe politica, sempre prona agli interessi della rapace borghesia del Nord, ha introiettato dentro di sé la convinzione che i mali che affliggono il Sud siano da ascriversi ad una qualche sua atavica tara, in cui quasi si compendiano i secolari vizi delle società levantine, dedite appunto a traffici poco onesti. Insomma, egli ha fatto propria, come colpito da sindrome di Stoccolma, l'ideologia becera delle classi dominanti del Nord, che lo volevano inguaribile lazzarone, azzerando così in un sol colpo la luminosa storia dei suoi padri.
Senza un lavoro di scavo che ci porti a rintracciare le vigorose radici del nostro lontano passato sulle quali innestare il tronco rinsecchito di un presente senza orizzonti, ogni tentativo di trasformare la nostra società è destinato a fallire miseramente.
Alla rozza propaganda della Lega Nord, che, a corto di idee decenti, è ricorsa ad un insulso racconto mitopoietico, che rivanga i miti del sangue e della terra di vecchia memoria nazista, L'Altro Sud vuole contrapporre tutto il peso della nostra feconda e nobile storia, che è anche fare un po' i conti con quella brutta pagina che è stata l'occupazione militare del Sud da parte dei Savoia.
Appunto non si può lasciare che a riscrivere la storia del nostro Sud siano gli uomini della Razza Padana.
Perdere ancora una volta l'appuntamento con la Storia significa condannarsi definitivamente alla morte civile ed economica.

*L'altrosud

martedì 20 aprile 2010

Fortorina, non abbassiamo la guardia

Come abbiamo già scritto, per quanto riguarda la Fortorina l'unica certezza è la sua costruzione fino a San Marco dei Cavoti. Oltre non esiste nulla. Questo è confermato dalle dichiarazioni - che riportiamo sotto - che il parlamentare sannita Boffa ha rilasciato alla stampa nel sopralluogo di ieri sul tratto in costruzione. Non abbassiamo la guardia. La Fortorina deve passare per il vero Fortore.

“Ora è necessario completare il II lotto – ha affermato a ilquaderno.it - Bisogna inoltre da subito progettare il terzo lotto, da San Marco dei Cavoti a San Bartolomeo in Galdo e, in un’ottica interregionale, fino alla statale 17, con l’obiettivo di mettere in connessione il Sannio con il Molise e la Puglia; facendo seguito a quanto previsto dal Protocollo d’Intesa tra l’Anas, la Regione Campania e la Provincia di Benevento che rende disponibili 30 milioni di euro. A questo proposito, come si evince dallo studio di fattibilità dell’Anas, occorrerà reperire una cifra di circa 500 milioni di euro".

lunedì 19 aprile 2010

L'eolico e l'assemblea pubblica


«A questo punto sulla questione eolica s’impone una scelta. Come sapete in campagna elettorale abbiamo preso degli impegni in tal senso, e voi cittadini dovete aiutarci a prendere una decisione». Esordisce così il sindaco Domenico Canonico aprendo l’assemblea pubblica che si è tenuta sabato sera presso la palestra Comunale di Baselice. Al tavolo di lavoro il primo cittadino è accompagnato da buona parte dell’esecutivo di piazza Convento. Dall’altra parte molti cittadini, ma soprattutto contadini interessati direttamente ad una probabile installazione di nuovi parchi eolici.

E proprio per evitare una palificazione selvaggia del territorio baselicese l’attuale maggioranza ha stilato un Piano eolico comunale (Pec) dove le imprese del settore potranno costruire le loro torri eoliche. «Salvaguardando – dice il primo cittadino – i nostri prodotti di qualità. Poiché la competenza su questi pali ormai è di esclusiva pertinenza della Regione. A noi ci chiedono solo un parere consultivo e non vincolante. I progetti ci vengono trasmessi solo per conoscenza. Ecco perché la scelta che dovremo fare riguarderà il futuro della nostra comunità e dei nostri figli. Come abbiamo detto in campagna elettorale noi siamo favorevoli ad un eolico utilizzato al meglio, che non crei un forte impatto ambientale. Tuttavia, come dicevo, questa scelta deve essere fatta da tutta la comunità».

In sintesi le nuove linee guide e le nuove leggi in materia danno la possibilità alla Regione di espropriare i terreni per pubblica utilità, scavalcando completamente i Comuni. «E’ ciò che è successo – fa l’esempio – a San Giorgio la Molara. Per quanto ci riguarda noi possiamo opporre solo vincoli ambientali e idrogeologici e far valere la nostra voce nella prossima conferenza dei servizi. Perché, appunto, noi possiamo dare solo un parere consultivo».

Ed ecco spiegato il meccanismo: «Oggi – continua – per le torri sopra un megawatt di potenza la competenza è esclusiva della Regione. Sotto un megawatt e fino a 60 chilowatt la competenza è passata alla Provincia. Ai Comuni è rimasta la potestà sotto i 60 chilowatt». I minipali di cui si dotano alcune aziende agricole. «Certo – sottolinea – l’altra faccia della medaglia e che possono diventare una risorsa per le nostre casse comunali oramai ridotte all’osso, ma la decisione deve essere presa insieme».

I faldoni dei progetti sono messi in fila lì davanti al tavolo della presidenza. In modo da essere visionati da tutti. E ciò che faranno molti cittadini una volta finita l’assemblea pubblica. Il dibattito è sereno, pacato. Il sindaco risponde alle domande poste dalla platea, come quella a chi tocca dopo 29 anni (tanto dovrebbe durare la vita di un palo) smantellare le torri? «Tutto a carico della società installatrice», replica. Qualcun altro si chiede se i parchi eolici saranno causa di dissesto idrogeologico. Oppure se ci sarà maggiore rispetto per il territorio. Tutte domande legittime. Ma quanti sono tutti i progetti messi in atto dalle società installatrici? Il 29 giugno prossimo il sindaco potrà vedere tutti gli atti che riguardano il Comune di Baselice. Intanto, i cittadini rifletteranno sul proprio futuro.

domenica 18 aprile 2010

Ospedale di San Bartolomeo, apre il Psaut?


Doveva essere inaugurato prima delle elezioni regionali, ma per problemi burocratici l'apertura del Psaut dell'ospedale di San Bartolomeo era stata rinviata. Ora, secondo alcune nostre fonti, la struttura dovrebbe aprire per il prossimo 1 maggio. Il condizionale è d'obbligo, poiché troppe volte abbiamo assistito ad annunci in pompa magna e poi non se n'è fatto pù nulla. Speriamo che sia la volta buona.

venerdì 16 aprile 2010

Domani a Baselice assemblea pubblica sull'eolico


Domani sera, sabato 17 aprile, presso la palestra comunale di via Borgo oliveto a Baselice si terrà un’assemblea pubblica sulla questione eolica. A comunicarlo il sindaco di Baselice, Domenico Canonico. Per l’occasione si parlerà dei vecchi progetti presentati dalle giunte precedenti e delle proposte che la nuova amministrazione intende sottoporre ai cittadini del borgo medievale.

“Su questo tema – afferma il primo cittadino – vogliamo sentire il parere della gente. Poiché le scelte che faremo dovranno essere condivise da tutta la popolazione: in nome della trasparenza che caratterizza la nostra amministrazione. E non come ha fatto chi ci ha preceduto che ha tenuto nei cassetti del Comune i vecchi progetti senza coinvolgere i propri concittadini. Il nostro obiettivo è coinvolgere l’intera popolazione su una vicenda che interessa tutti”.

www.ilquaderno.it

Convegno internazionale contro la corruzione

Antonio Gentile*

La maggioranza degli europei è concorde sul fatto che la corruzione rappresenta un grave problema per il loro paese e che tale fenomeno si riscontra ad ogni livello della società europea. Questi sono i preoccupanti risultati di una relazione di Eurobarometro del novembre 2009.
Lotta contro la corruzione: gli enti regionali e locali devono agire.
La corruzione a livello locale e regionale influisce direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini. Gli enti locali e regionali gestiscono una parte importante della spesa pubblica e figurano tra i diretti responsabili dei lavori pubblici, in quanto rilasciano i permessi di costruzione e effettuano le ispezioni presso le imprese. Son tutti ambiti particolarmente esposti al rischio di corruzione.
Gli enti locali e regionali devono quindi rafforzare la lotta contro la corruzione al fine di:scongiurare la perdita di enormi somme di danaro dei cittadini e delle imprese,colmare il “deficit di fiducia” tra i cittadini, da un lato, e le amministrazioni pubbliche e i politici, dall’altro.

Pertanto, la lotta alla corruzione non è soltanto una necessità giuridica ma contribuisce anche al miglioramento della governance. Una buona governance è un dovere politico, anche a livello locale e regionale. Un convegno, un obiettivo: lanciare un’azione comune europea contro la corruzione a livello locale e regionale.
Il 7 maggio prossimo, a Messina, si terrà un convegno internazionale cui parteciperanno rappresentanti dell’Unione europea, del Consiglio d’Europa, dei governi nazionali, degli enti locali e regionali (a livello sia politico che amministrativo) nonché di associazioni di enti locali e regionali e della società civile.L’obiettivo del convegno è: esaminare le funzioni svolte dai rappresentanti, eletti dai funzionari, dai mass media e dalla società civile nella lotta alla corruzione, scambiare esempi di buone pratiche e informazioni su come affrontare la corruzione nelle amministrazioni locali e regionali,porre le basi per la creazione di un codice di buone pratiche amministrative.

Il convegno sarà aperto ai mass media e al pubblico; un servizio di interpretazione simultanea verrà fornito in inglese, francese e italiano.
Per informazioni rivolgersi a presidenza.nazionale@laltrosud.it

*Regional adviser

giovedì 15 aprile 2010

Baselice, successo nella raccolta differenziata

Sono pervenuti i dati del primo mese (marzo 2010) della raccolta differenziata col sistema del porta a porta: 67%. L’amministrazione comunale attraverso l’assessorato di competenza ha inteso ringraziare la cittadinanza attraverso un pubblico manifesto dal titolo “Bravi e grazie… continuate così!”.

A tal proposito l’assessore al ramo, Salvatore Brancaccio, ha dichiarato: “E’ un dato davvero sorprendente, ma che certamente non ci deve far rilassare. Per l’impegno e le credenziali che tutti noi abbiamo profuso, in primis come amministratori e poi come cittadini, affinché l’iniziativa della differenziata pura decollasse anche a Baselice non è affatto un risultato fuori della norma, visto e considerato che avevamo stimato di superare da subito il 55%. Certo, nel momento in cui abbiamo ereditato l’amministrazione eravamo fermi a poco più del 18% e sinceramente un po’ ci eravamo preoccupati, anche perché la legislazione vigente in materia non dava possibilità di scappatoie, ma questo primo dato che abbiamo raggiunto è davvero significativo e ci esorta davvero tutti a non abbassare la guardia ed a proseguire su questa strada. Ovviamente un risultato del non l’avremmo raggiunto se la cittadinanza non avesse collaborato, per tale motivo il primo posto del podio dei ringraziamenti va ascritto sicuramente a tutta la popolazione. Poi, grazie anche alla campagna di sensibilizzazione e di pubblicità, un ruolo fondamentale hanno giocato le scuole di ogni ordine e grado e l’intero corpo docente, che unitamente alla direzione didattica si è fatta subito partecipe e disponibile in tale direzione. Infine, da ultimo, ma non in ultimo, un vivo ringraziamento lo devo attribuire alla ditta Sogesi Srl di Montesarchio, a cui il comune si è rivolta per avviare la raccolta differenziata con la metodologia del porta a porta, affidandole il servizio di stoccaggio di tutte le tipologie di rifiuti differenziati prodotti nel Comune , ed in particolare al direttore tecnico della medesima: senza il suo apporto, i consigli e la sua competenza difficilmente saremmo partiti … ed arrivati ad un risultato del genere”.

Intanto, con un pubblico avviso a cura degli assessorati al Bilancio ed all’Ecologia il Comune ha informato la cittadinanza che l’utenza che non intende conferire il rifiuto proveniente da sostanza organica (cd. umido) potrà ricorrere all’acquisto della compostiera, che il comune provvederà a fornire al prezzo di costo di 45 euro (lt. 310). Per chi deciderà di optare per tale modalità di conferimento ci sarà un’attenzione economica che l’assessore al bilancio e tributi, Romano Zeolla, ha stimato intorno al 25%, che è la riduzione che l’utente otterrà dalla tassa dei rifiuti. I cittadini e le famiglie interessate ad aderire a tale tipologia di conferimento potranno far pervenire l’istanza di prenotazione del “composter” al Comune, oppure provvedere direttamente all’acquisto del medesimo comunicandolo all’assessorato all’ecologia.

Infine, nei giorni di martedì, sabato e domenica sarà aperta agli utenti ed alle attività produttive, che intendono conferire direttamente i “rifiuti” ad eccezione di umido ed indifferenziato, l’isola ecologica di contrada Serra, dove ci si potrà recare per conferire ingombranti, carta e cartone, plastica, metalli ed acciaio, materiale ferroso, lampadine e neon.

mercoledì 14 aprile 2010

Un solo Fortore

Finalmente qualcosa inizia a muoversi. Dopo anni che ogni comune del Fortore ha agito in proprio e ha pensato al proprio orticello, i nuovi amministratori hanno capito che bisogna unire le forze per uscire dalla sacca d'isolamento in cui la Casta ci ha voluto relegare da sempre. Ora bisogna fare di più. Bisogna costituire un coordinamento permanente di cui facciano parte, oltre alle istituzioni, anche i cittadini che hanno a cuore il proprio territorio.

Ecco l'articolo aparso su ilquaderno.it dal titolo "Riunione tra sindaci del Fortore: fronte comune per risolvere i problemi"

Il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sangregorio, ha reso noto che questa mattina alle ore 11 (ieri per chi legge), presso la Casa Comunale di San Bartolomeo in Galdo, si è tenuto un incontro tra i sindaci dei Comuni di Baselice (Domenico Canonico), Foiano di Val Fortore (Michelantonio Maffeo) e lo stesso Sangregorio) per discutere dei problemi comuni ai paesi del Fortore. “All'incontro – spiega Sangregorio - avrebbero dovuto partecipare anche il sindaco di Montefalcone di Val Fortore Assunta Gizzi e quello di Castelvetere in Val Fortore Ettore Gigli, che per problemi personali non sono potuti intervenire”.

Presenti all'incontro anche l'assessore del Comune di Foiano Giuseppe Ruggiero e diversi consiglieri del Comune di San Bartolomeo in Galdo.

“L'incontro – si legge poi nella nota - nasce dall'esigenza delle Amministrazioni Comunali della Val Fortore di fare ‘fronte comune’ per cercare di uscire dal guado nel quale si trovano i paesi di confine, che soffrono della lontananza territoriale e politica dai propri capoluoghi di provincia e regione. La proposta è quella di cercare di coinvolgere tutti i Comuni che si sentono ‘Fortorini’, indipendentemente dalla Provincia-Regione di appartenenza, in questo tavolo istituzionale, che avrà lo scopo di segnalare alle rispettive istituzioni sovra comunali i problemi che crea loro la distanza dai grandi centri; di proporre soluzioni concrete e fattive, creando una sorta di ‘comitato interregionale permanente’ per la discussione e il confronto, prescindendo dalle logiche campanilistiche e dalle facili promesse pre elettorali. I problemi primari da affrontare saranno, ovviamente, la viabilità e i trasporti. Il primo obiettivo da perseguire è quello di chiedere che la ex SS369 diventi di nuovo di competenza statale, perché, nei fatti, le Province non hanno la capacità né economica né organizzativa per la sua gestione. Al prossimo incontro, da tenersi entro la fine di questo mese, saranno invitati anche i sindaci dei Comuni della Provincia di Foggia e di quella di Campobasso”.

martedì 13 aprile 2010

Il nord e gli insegnanti del sud

Angelo Iampietro*

“Un maestro supplente viene licenziato in provincia di Pordenone perché parlava in dialetto…“. Circa quanto riportato dalla stampa nazionale, ritengo che un docente debba sempre esprimersi nella lingua nazionale, non solo usandola correttamente nei costrutti morfologici ne sintattici, ma con la giusta dizione, elementi questi che consentono all'utilizzatore del codice linguistico di essere autonomo, indipendente e di non dar adito a nessuno di mettere in atto simili provvedimenti, come nel caso citato: licenziamento per aver parlato in dialetto… Sono, altresì, convinto che se qualche espressione dialettale fosse stata usata da un maestro friulano, credo, non sarebbe successo nulla ed il caso non sarebbe mai venuto alla luce. Mi chiedo: come fanno un napoletano e dei bimbi friulani a comprendersi ed a comunicare se l’uno e gli altri non conoscono e mettono in atto lo stesso codice linguistico?. Posso capire che vi siano stati degli intercalari, delle espressioni in vernacolo da parte del maestro, ma non che questi si esprimesse sempre e comunque in dialetto per l’intero orario delle lezioni. La considerazione affonda le sue radici proprio nei codici linguistici delle due differenziate e lontane forme comunicative; com’è possibile comunicare tra mittente e destinatari se entrambi non adoperano un comune codice e, per giunta, il primo (vernacolo) così diverso per struttura, per dizione e per costrutti, specifici ed unici, dal secondo che è l’uso della lingua nazionale, ugualmente con un proprio costrutto, una specifica morfologia ed una propria sintassi?. Si aggiunga, poi, la distanza geografica tra l’idioma del maestro (Sud) e quella delle scolaresche (Nord-Est), che accrescono ancor più l’incomprensione. Certamente in quattro mesi, stando ai fatti riportati dalla stampa, non vi sarà stata alcuna forma di comunicazione tra docente e discenti e, quindi, “tabula rasa” in ordine allo insegnamento – apprendimento per quei sfortunati ragazzini. Anche perché qualsiasi metodologia, in assenza di valida comunicazione, è nulla, non potendo essa trasmettere i saperi necessari attinenti alla classe di frequenza. Vi saranno state molte incomprensioni, che hanno ingigantito certamente la questione, che poteva essere risolta con molto buon senso e con un minimo di dialogo tra le parti. In questo contesto anche la Scuola è stata infestata dalla mala pianta del “non dialogo”, che ha emanato intorno a sé quell’aria nociva che contagia e sconquassa, dello stesso male, altri comparti della vita civile. Il maestro, nel momento in cui si è verificato il suo anomalo comportamento didattico, a mio giudizio, andava avvertito che non si tollerava nessuna espressione di un idioma diverso da quello del luogo in cui egli operava e i rischi a cui sarebbe andato incontro, non esprimendosi sempre in lingua, come avrebbe dovuto. Purtroppo un supplente è l’ultimo anello di una catena debole di una categoria, di cui tutti parlano, ma nessuno la considera importante e necessaria, come giustamente meriterebbe, perché si occupa proprio dell’educazione, dell’istruzione e della formazione delle nuove generazioni e, quindi, del futuro di tutti (nostro e loro). Il maestro ha dovuto rinunciare alla supplenza o è stato allontanato?. Questo non lo so!. Mi è difficile rispondere. Del resto non conosco i fatti e posso solo fare delle considerazioni, non altro. Come essere umano posso solo dire che a chiunque debba essere data la possibilità di rivedere anche il suo “status comportamentale”, sempre nel pieno rigore delle regole e per i compiti per i quali si è chiamato ad espletare correttamente e col massimo impegno la propria professione; questo per tutti, ma essere ancora più prudenti, a maggior ragione, se si proviene da una regione lontana; non, come nel caso specifico, essere subito additato come colui che non è in grado di dare ciò che ci si aspetta o di disorientare culturalmente i bimbi che gli erano stati affidati, perché parlava in dialetto. Essere processato per volere della folla non significa affatto rendere giustizia a chi è ritenuto colpevole, anche perché solo, indifeso e bisognoso di lavorare. Nel mondo animale, quando un cane è solo, gli altri, in branco, non solo lo rincorrono, ma l’abbaiano dietro, facendo una gran “cagnara”, in modo che quello possa essere ancora di più spaventato. Che non sia il caso del maestro, che, se non è del luogo, non venga accettato? Il lavoro di chi ha lavorato al Nord è stato anche apprezzato per l’impegno profuso, ma si può anche affermare che, a volte, la scelta ed il rumore dei più, senza alcuna ragione, ha messo nell’angolo chi era a difendersi da solo. Accetto l’incapacità e, quindi, l’allontanamento dal proprio posto di lavoro, ma non fare barricate contro uno, che avrà anche sbagliato,ma che certamente non voleva danneggiare nessuno. Il maestro ha dentro di sé qualità che molti hanno dimenticato: disponibilità al dialogo, impegno e responsabilità verso i suoi alunni e , quindi, verso la società, pazienza, preparazione professionale ed un comportamento etico ineccepibile; questi sono solo alcuni degli ingredienti che forgiano la personalità di un maestro e chi non possiede questi requisiti, non può farlo, perché i primi giudici sono i suoi innocenti allievi. Costui voleva anche vivere con il poco e lo dimostra il fatto di aver fatto le valigie ed essere approdato fiducioso in Friuli, che aveva per lui lo stesso valore e la stessa speranza dell’emigrante dell’ante e post guerra, che, su di navi di terza classe, si avventurava per l’Oceano, per vedere risolti i suoi bisogni di cui aveva tanto bisogno. Buona fortuna, sconosciuto ed indesiderato Maestro! 
  *docente

lunedì 12 aprile 2010

Trasporto scolastico, il contributo del Comune di Baselice

Il Comune di Baselice con deliberato di giunta municipale, e su proposta degli assessori ai Trasporti ed al Bilancio, Brancaccio e Zeolla, ha di recente approvato il bando di concorso per ottenere un contributo di “Facilitazioni delle spese di viaggio scolastico”. L’iniziativa, tendente a dare un contributo economico agli studenti ed alle famiglie, è destinato a chi sta frequentando, nell’anno scolastico 2009/2010, le scuole medie superiori al di fuori del comune, con esclusione degli istituti musicali e per chi già beneficia di altri contributi pubblici.

I requisiti per proporre la domanda – che scadrà il prossimo 28 aprile – oltre alla residenza nel comune, e che saranno presi in considerazione ai fini della concessione del contributo, sono: la situazione Isee fino a 15.000 euro ed il numero di componenti il nucleo familiare. L’iniziativa è stata comunicata con un pubblico avviso, a firma del sindaco Domenico Canonico, e divulgato in tutte le attività commerciali del comune. La domanda potrà essere effettuata direttamente dallo studente, se maggiorenne, oppure da uno dei genitori in nome e per conto del proprio figlio/a frequentante la scuola secondaria superiore, con l’apposito modello che potrà essere ritirato presso la segreteria comunale.

“È questa una delle iniziative che ci siamo proposti nel nostro programma di mandato amministrativo – dichiara l’assessore ai trasporti – e che abbiamo contribuito a realizzare, unitamente a quelle che hanno già visto la luce ed alle tante altre che abbiamo in cantiere nei prossimi mesi di portare a compimento”.

venerdì 9 aprile 2010

Vicenda dipendenti Comunità montana, si apre uno spiraglio

La vicenda di questi lavoratori dimostra che se c'è unità, se c'è sensibilità verso le tematiche che coinvolgono questi concittadini, allora la politica (quella con la p minuscola) deve fare un passo indietro. Per il poco che possiamo fare, noi non molleremo e resteremo vicino a questi padri e mamme di famiglie del nostro bistrattato Fortore.

“Dopo svariate iniziative intraprese dai lavoratori e dal sindacato, a sostegno della vertenza relativa alla messa in mobilità di 17 lavoratori della Comunità montana del Fortore, da oggi possiamo dire che si prospetta un possibile cambiamento di rotta per queste persone e per le loro famiglie”. E’ quanto afferma, in una nota il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, Felice Zinno.

“In data odierna (ieri per chi legge) – prosegue - si è tenuto il previsto tentativo di conciliazione presso la Direzione provinciale del lavoro di Benevento, alla presenza del segretario generale dell’ente montano, oltreché dei lavoratori e dei sindacati. E’ emersa finalmente la volontà di affrontare il problema dei mobilitati ricorrendo a diverse possibili strategie che saranno sottoposte al vaglio del Consiglio della Comunità Montana, come quella, ad esempio, della messa in atto del cosiddetto contratto di solidarietà che prevede il reintegro dei lavoratori a fronte della diminuzione delle ore di lavoro. Parallelamente si individueranno tutte le altre misure per accompagnare al pensionamento i lavoratori prossimi al raggiungimento dei requisiti.
Tali soluzioni appaiono essere un buon viatico per scongiurare definitivamente l’ incubo di una cieca mobilità che aveva letteralmente ridotto in crisi la vita professionale e familiare dei dipendenti. E’ però ancora necessario il supporto dei sindaci del Fortore affinchè le ragionevoli proposte, oggetto della discussione odierna, diventino concrete. Difatti ora si resta in attesa dello svolgimento del prossimo consiglio che si terrà in data 22 aprile, cui seguirà un nuovo incontro presso la Direzione provinciale del lavoro nei primi di maggio. Confidiamo nelle capacità amministrative e politiche del presidente Spina affinchè possa rendere effettiva tale realtà grazie anche al consenso opportuno degli organi amministrativi dell’ente, nonché pagare gli stipendi arretrati così come annunciato dal segretario”.

giovedì 8 aprile 2010

L'Altro Sud chiede la sospensione della trasmissione "L'ultima parola"

Lo scorso 2 aprile è andata in onda su Rai 2 la trasmissione "L'ultima parola", condotta dall'ex direttore de "la Padania", Gianluigi Paragone.
"La trasmissione - si legge in una nota -, pervasa da un profondo spitito antimeridionale, descrive il Mezzogiorno esclusivamente come luogo di inefficienze, sprechi, ruberie, corruttele, ledendo la dignità di quei milioni di persone oneste che ne sono maggioranza. Il movimento politico L'Altro Sud, considera scandaloso che sulle reti del servizio pubblico vadano in onda trasmissioni così profondamente ostili ad una parte del Paese e intraprenderà nei prossimi giorni ogni possibile iniziativa per chiedere al CdA della Rai la sospensione della trasmissione".

mercoledì 7 aprile 2010

Dipendenti Comunità, ecco la risposta di Zaccaria Spina

Il presidente della Comunità Montana del Fortore Zaccaria Spina, è intervenuto sulla questione dei 17 dipendenti dell’Ente messi in disponibilità: “Innanzitutto chiarisco di non aver mai inteso alzare i toni con i sindacati su una questione così delicata, bensì, ho espresso dei dubbi sulla tempistica utilizzata, a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, che tra l’altro mi vedeva in campo come candidato.

Considero fondamentale il ruolo che i sindacati svolgono nella tutela dei lavoratori, tant’è che nella mia storia di amministratore locale, ho sempre ritenuto importantissima l’attuazione della concertazione con le sigle sindacali, per affrontare e cercare di risolvere i problemi delle varie categorie di lavoratori. Come detto in più di un occasione, non intendo lasciare a se stessi i 17 dipendenti; adesso sarà necessario mettere in campo tutte le forze, affinché la Regione Campania dia alle Comunità Montane le risorse economiche necessarie. Infatti, attualmente il problema non riguarda più e soltanto, i 17 dipendenti messi in disponibilità, ma bensì la vita stessa dell’Ente in quanto dopo l’azzeramento dei contribuiti ordinari dello Stato, le Comunità Montane non possono approvare i bilanci, né disporre di fondi per fronteggiare le spese”.

“Al solo scopo di precisazione – conclude Spina - ribadisco che il tentativo di conciliazione, non rappresenta un momento di natura politica, ma un procedimento di natura preliminare rispetto ad eventuale contenzioso dinanzi all’autorità giudiziaria, competente su aspetti tecnici-giuridici di atti amministrativi. Il mio ruolo di natura politica mi porta ad essere sul campo su tutte le iniziative tendenti alla risoluzione delle problematiche dell’Ente, ivi comprese i 17 dipendenti”.

(Fonte: wwwilquaderno.it)

lunedì 5 aprile 2010

Cgil: Zaccaria Spina non perseveri, si paghino gli stipendi ai 17 lavoratori in mobilità

Postiamo l'articolo apparso nei giorni scorsi su ilquaderno.it sulla vicenda dei 17 dipendendi della Comunità montana del Fortore.

Il segretario provinciale della Cgil, Funzione Pubblica, Felice Zinno torna a criticare, in nuna nota per la stampa, il presidente della Comunità Montana del Fortore, Zaccaria Spina. Scrive Zinno che “non sono bastate le continue insistenze da parte dei lavoratori, dei sindacati, di alcuni sindaci che hanno mostrato la loro sensibilità, nonché delle istituzioni competenti, tutte orientate verso l’ unico obiettivo della salvaguardia della dignità e del posto di lavoro dei 17 dipendenti collocati in mobilità” in detta Comunità. “Qualche giorno fa - prosegue Zinno - si è toccato il fondo allorquando abbiamo assistito a un’intervista del signor Spina che ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di tentativi di conciliazione messi in piedi dai sindacati presso l’ Ufficio Provinciale del Lavoro di Benevento, asserendo altresì che nessun’altra Istituzione ha contattato la Comunità Montana in merito alla vicenda della mobilità dei lavoratori che hanno manifestato quotidianamente la loro contrarietà a tali atti del presidente.

Ebbene, il presidente, non può non sapere cosa succede nella Comunità Montana a lui rappresentata, né può non leggere le righe riguardanti le iniziative che i sindacati hanno intrapreso nei confronti dell’Ente come, ad esempio, il doppio tentativo di conciliazione di cui anche la Prefettura era a conoscenza, e che per ben due volte è saltato a causa di una programmata assenza da parte dei rappresentanti dell’Ente, ai quali, per altro, tali iniziative erano state comunicate ufficialmente a mezzo fax di cui si conservano tuttora le ricevute di invio“.
“Per cui abbia il coraggio - conclude la Cgil - Spina di ammettere le proprie manchevolezze, errare è umano, ma perseverare è diabolico! Il presidente oltre al danno della messa in mobilità ha praticato anche la beffa di non corrispondere a queste persone gli stipendi già di per sé ridotti all’ 80%, che la legge prevede siano invece corrisposti. Nella speranza che la Pasqua sia portatrice di una ventata di lucidità, porgiamo gli auguri alle 17 famiglie che attendono ancora lo stipendio. La FP CGIL rimane vicino alla loro battaglia“.

www.ilquaderno.it

venerdì 2 aprile 2010

Intercettazioni, se ne discute con Ingroia e De Magistris


All’indomani del voto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è ritornato sull’argomento giustizia annunciando l’intenzione di accelerare, anche a seguito delle recenti indagini pugliesi, della legge di riforma delle intercettazioni. Una prima bozza della legge è già stata approvata alla Camera l’11 giugno scorso, si è poi fermata al Senato, dove, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe ripartire dopo Pasqua per essere probabilmente operativa entro la fine di questo mese.
Assume grande attualità, quindi, il dibattito su questo tema organizzato a Benevento, il prossimo 9 aprile, presso il Teatro Comunale, con inizio alle ore 17, in occasione della presentazione del libro “C’era una volta l’intercettazione” scritto da Antonio Ingroia, Procuratore Aggiunto della Repubblica di Palermo, con prefazione di Marco Travaglio ed edito da Stampa Alternativa.

Antonio Ingoia di intercettazioni e di giustizia se ne intende. Allievo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, si occupa da quasi vent’anni di importanti processi di mafia, dall’omicidio De Mauro all’indagine sulla “trattativa Stato-mafia” del ‘92-‘93, e ci aiuterà a riportare alla luce i fatti oscurati troppo spesso dalle tante “bufale” mediatiche che sull’argomento sono state diffuse.

Alla manifestazione introdotta da Gabriele Corona, presidente dell’associazione Altrabenevento, parteciperanno Pietro Orsatti, giornalista di “Antimafia duemila” e fondatore de “Gli Italiani”, un nuovo progetto di comunicazione nazionale, Luigi De Magistris, ex magistrato ed ora Deputato al Parlamento Europeo e Giovanni Tartaglia Polcini, Sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento, in rappresentanza del Procuratore Capo, Giuseppe Maddalena.

www.sanniopress.it

giovedì 1 aprile 2010

Baselice, la differenziata (umido) riprende dopo pasquetta

Con l’ordinanza (numero 13) l’assessore all’Ambiente ed ecologia, Salvatore Brancaccio, ha disposto il rinvio della raccolta dei rifiuti provenienti da frazione organica (il cosiddetto umido) da domenica 4 aprile a martedì 6 come da calendario. A comunicarlo lo stesso assessore al Comune di Baselice.
“Il provvedimento è stato adottato – afferma – sulla scorta delle disposizioni nazionali che prevedono la facoltà di differire il conferimento dei rifiuti quando ricorrono due giorni festivi consecutivi e dal fatto che il sito di compostaggio di Molinara, presso cui il Comune conferisce l’umido, osserva per il lunedì di pasquetta la giornata di chiusura”.

Contestualmente, poi, è stato emanato un avviso pubblico per quanto riguarda la raccolta di vetro nelle campane disposte nei vari punti del paese. L’invito di Brancaccio è quello di non abbandonare le buste piene di bottiglie ma di inserirle nelle apposite campane.
“Anche in questo – l’appello dell’assessore – chiedo una maggiore sensibilità da parte della popolazione non solo di mettere il vetro nelle campane ma anche di conferirlo all'interno di esse senza il sacco di plastica o di carta o di altro tipo. Il vetro va conferito puro, senza alcun involucro. Il sito di raccolta può irrogare sanzioni pecuniarie al Comune,il quale dovrà rivalersi sui cittadini, per il conferimento non conforme".

mercoledì 31 marzo 2010

Regionali, Baselice roccaforte del centrosinistra


Ancora una volta Baselice si conferma roccaforte del centrosinistra. Qui De Luca vince con il 53,71 per cento (751 voti) e distanzia di quasi dieci punti il neopresidente della giunta regionale Caldoro, che raccoglie soltanto il 44,92 per cento (628 voti). Ma un dato salta agli occhi. L’Italia dei valori diventa il primo partito. Il risultato va ascritto alla presenza del candidato locale Michele Maddalena che ottiene dai propri compaesani 312 voti, i quali sommati a quelli degli altri due candidati portano il totale del partito di Antonio di Pietro a 448 voti (il 32,60 per cento). Un dato tuttavia inferiore ai 625 voti delle provinciali del 2008 con i quali lo stesso Maddalena è stato eletto alla Rocca dei Rettori. Un calo di voti imputabile al fatto che l'esponente politico si sia candidato alle ultime elezioni comunali con la lista perdente dell’ex sindaco Nicolino del Vecchio, non ricevendo così l’appoggio dell’attuale maggioranza che governa il paese.

Ma ad uscirne con le ossa rotte è stato soprattutto il partito di Bersani. Appena l’11,86 per cento (163 voti). Il minimo storico. La somma dei due soggetti politici che oggi compongono il Partito democratico era stata alle elezioni regionali di cinque anni fa del 26,07 per cento. I Ds avevano ottenuto il 17,69 per cento (211 voti) mentre la Margherita l’8,38 per cento (100 voti). Anche qui una serie di errori commessi negli ultimi tempi ed una mancata riorganizzazione hanno fortemente penalizzato quello che una volta era il maggiore partito del centrosinistra locale.

Le ultime elezioni confermano, poi, le grosse difficoltà per la cosiddetta sinistra radicale. Otto voti a Sinistra e libertà (che appoggiava De Luca) e sette voti alla Federazione della sinistra (che si presentava con un proprio candidato). Una debacle dovuta alla mancanza di riferimenti sul territorio e al travaso dei voti verso l’Italia dei valori.

Non si può lamentare invece l’altro baselicese Luca Colasanto, che grazie ai 408 voti (il 29,69 per cento) avuti dai concittadini, sorpassa per un manciata di voti il collega di partito Ascierto della Ratta, e ritorna in consiglio regionale. Un risultato che supera di poco la sommatoria dei due partiti che compongono l’attuale Pdl e che confermano la difficoltà da parte del centrodestra di sfondare nel piccolo borgo fortorino. L’esponente politico partiva infatti dai 154 voti (il 12,91 per cento) delle regionali scorse ottenuti con Forza Italia. Mentre l’altra gamba del partito di Berlusconi, Alleanza nazionale, aveva avuto 132 voti (l’11,06 per cento).

Sempre nel centrodestra seguono il movimento Libertà e Autonomia-NoiSud capeggiato dall’ex sindaco di Foiano, Bruno Casamassa, con 98 voti (il 7,13 per cento), e l’Udeur di Clemente Mastella con 67 voti (4,87 per cento). Anche se sostenuto da una parte della minoranza comunale, la rottura con lo stesso Casamassa non ha giovato al partito dell’ex ministro della Giustizia che si attesta su un dato ben lontano dai 241 voti (il 20,20 per cento) presi nel 2005.

Infine, la lista di Beppe Grillo, il Movimento cinque stelle, racimola a Baselice appena 10 voti (lo 0.72 per cento). Un risultato che tuttavia fa ben sperare il popolo della rete.

P.S. Qualcuno ci ha contestato il fatto di aver utilizzato nel titolo di questo post il termine "roccaforte". Per il dizionario Coletti-Sabatini questa parola indica:
1 Città fortificata, fortezza
2 (fig.) Zona che è sotto il controllo di qualcuno, centro e anima del potere di qualcuno: regno elettorale di un politico.

Ecco il termine da noi utilizzato aveva proprio questo sognificato metaforico: una fortezza politica che gli avversari politici non riescono ad espugnare. Dove un partito o uno schieramento politico riesce a conservare la maggioranza dei voti. Ciò che è successo a Baselice, unico paese nel Fortore ad avere da anni un elettorato che vota a maggioranza per il centrosinistra.

martedì 30 marzo 2010

La ripartizione tra i partiti e gli eletti nel nuovo Consiglio regionale della Campania

Il centrodestra, con Stefano Caldoro presidente, si è aggiudicate le elezioni regionali determinando la seguente ripartizione in Consiglio, dei 38 seggi ottenuti: Pdl 21 seggi, Udc 6, Mpa 4, Noi Sud 2, Udeur 2, Alleanza di centro 1, Alleanza di Popolo 1 e La Destra 1. Ad essi va aggiunto come trentanovesimo in Consiglio Regionale anche il presidente Caldoro

Allla minoranza vanno 22 seggi. Pd14, Idv 4, Sinistrà Ecologia e Libertà 2, Campania Libera 1, più il candidato presidente Vincenzo De Luca che va a ricoprire il seggio che sarebbe spettato all'Api. Nessun seggio per la Federazione della Sinistra e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (...).

(tratto da ilquaderno.it)

lunedì 29 marzo 2010

Dipendenti Comunità, ecco la lettera di don Pierpaolo Marucci

Postiamo la lettera aperta di don Pierpaolo Marucci (viceparroco di San Marco dei Cavoti) ai vertici della Comunità montana del Fortore e pubblicata sabato scorso dal giornale il Sannio quotidiano.

Gentili presidente Zaccaria Spina e segretario Gianfranco Marcasciano,

mercoledì scorso 17 padri e madri di famiglie hanno atteso invano la vostra presenza al tentativo di conciliazione presso la Direzione provinciale del lavoro. Ma voi ancora una volta, dopo aver disertato il primo vertice, avete deciso nuovamente di non partecipare all’incontro con i sindacati e con i lavoratori messi in disponibilità. Ciò crea un profondo dolore e sconforto in queste persone che assunte a tempo indeterminato oggi rischiano il proprio posto di lavoro. Faccio mie le parole del Cardinale Bagnasco al Consiglio permanente della Cei del 22 marzo scorso: “Il lavoro è un bene per l’uomo, per la famiglia e per la società, ed è fonte di libertà e responsabilità”. Ecco cosa dovrebbe, secondo la dottrina sociale della Chiesa cattolica, accompagnare l’attività degli amministratori della cosa pubblica. La responsabilità verso gli altri, verso i cittadini. Verso i più deboli della società.

È vero. Voi dite che c’è una legge regionale che prevede la messa in disponibilità dei dipendenti delle varie Comunità Montane, che riduce il numero delle stesse Comunità, dei consiglieri, assessori, presidenti e dei componenti dei consigli, ma quello che sta succedendo nella nostra Comunità Montana del Fortore lascia perplessi. Da una parte si mettono in disponibilità lavoratori per mancanza di fondi, dall’altra si finanziano nuovi corsi di formazione. Non me ne vogliate ma a questo punto la domanda è lecita: perché sono stati messi in disponibilità, in tutta fretta, proprio quei 17 dipendenti con la giustificazione di mancanza di fondi, se poi si continuano a spendere soldi nei corsi di formazione per assunzione di nuove personale? Qualcosa non torna. Se i fondi non erano disponibili per sostenere le spese del vecchio personale, perché ora si sforna un bando di concorso ad hoc per assumere nuovo personale con la qualifica di operaio idraulico forestale addetto alla manutenzione, salvaguardia e vigilanza territoriale? Oppure si prevede l’assunzione di altri 45 dipendenti a tempo determinato per la salvaguardia, recupero e valorizzazione dell’ambiente locale? Dunque non è un problema di fondi, ma di come essi vengono ripartiti.

Scrive ancora il cardinale Bagnasco: “Per un popolo abituato a far leva sostanzialmente sulla propria intraprendenza e sulla propria fatica, trovarsi spiazzato sul fronte dell’occupazione è una sofferenza acuta. I figli di questi dipendenti che costituiscono la fascia di popolazione più in sofferenza perché meno garantiti e poco sussidiati nel loro tuffo verso la vita, oggi rischiano di demoralizzarsi definitivamente”.

Cari amministratori se quanto detto dal Cardinale è vero per il Nordest, figurarsi per i figli del Fortore. Quel Fortore troppe volte bistrattato, umiliato di cui anch’io sono figlio. Questa è gente che cerca il dialogo, ma se per ben due volte avete deciso di disertare il tentativo di conciliazione, ciò non farà altro che allontanare i cittadini dalle istituzioni che voi stessi rappresentate.
E mi rifaccio sempre alle sante parole di Bagnasco: “Per questo risulta necessario, all’insorgere delle difficoltà, ricercare un dialogo inesausto tra le parti, ed esplorare tutte le possibili soluzioni, avendo come riferimento costante il vero interesse di quanti formano la comunità”. E aggiunge: “Pur non disponendo di inedite soluzioni tecniche, avremmo un metodo di comportamento da ricordare, quello della responsabilità sociale, da esercitare anzitutto evitando la fuga dai problemi, e illudendosi di trovare riparo dietro a soluzioni unilaterali e drastiche”.
I 17 dipendenti e le loro famiglie attendono chiarezza e un vero confronto. Siamo in prossimità delle festività pasquali: che il Cristo Risorto illumini i vostri cuori, le vostre menti, ispiri le vostre azioni, guidi e indirizzi le vostre scelte affinché prevalga il bene comune. Auguri di una Santa Pasqua, e che possa essere veramente una serena Pasqua per tutti.

sabato 27 marzo 2010

Giornata mondiale del teatro


In occasione della Giornata Mondiale del Teatro del 27 marzo, creata su iniziativa dell'UNESCO nel 1961, i promotori della rassegna Tutti pazzi x il teatro: rassegna teatro della diversità, progetto dell’UOCSM Puglianello, lanciano un invito a riflettere sulla possibilità di conoscenza di sé che il teatro offre a tutti, all’uomo che si confronta ogni istante con la sua personale diversità, con il suo essere dentro e fuori dal mondo: datemi una maschera e io vi dirò la verità! (O. Wilde).

La produzione di uno spettacolo teatrale con i pazienti del centro e l’organizzazione di un festival che prevede la partecipazione di compagnie integrate provenienti dalle altre regioni d’Italia, rappresenta un’evoluzione del percorso culturale e comunicativo costruito negli anni dall’UOCSM di Puglianello diretto dal dott. Maurizio Volpe. Le tappe del progetto Tutti pazzi x il teatro prevedono la presentazione, entro fine aprile, del programma del festival che avrà in cartellone le opere selezionate attraverso il concorso e la prima del lavoro laboratoriale curato da Antonello Santagata, che metterà in scena con i pazienti e gli operatori, la commedia di Edoardo Scarpetta “Il medico dei pazzi”.

Il successo di questa nuova esperienza dipenderà anche dalla capacità che avrà il territorio di accogliere la proposta in termini di partecipazione, di supporto e di condivisione, da qui l’invito a celebrare la Giornata Mondiale del Teatro, perché bisogna fare più teatro ovunque, anche nei luoghi insoliti. Non essere più solo spettatori, ma protagonisti di un processo creativo, sociale e quindi terapeutico che mette al centro la persona in tutta la sua diversità e autenticità, questo è il senso del progetto; il percorso teatrale come occasione d’integrazione per conoscersi e sentirsi insieme ai pazienti che vogliono mettersi in contatto con lo spazio circostante e socializzare con il mondo esterno.

venerdì 26 marzo 2010

Comunità Montana del Fortore: sit-in dei dipendenti davanti alla sede dell'Ente


Oggi (ieri per chi legge) i 17 lavoratori della Comunità Montana del Fortore insieme ai loro familiari hanno tenuto un sit-in davanti la sede dell'Ente, in piazza Municipio a San Bartolomeo in Galdo.

"E' il segno - si legge in una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil -, che il disagio diviene sempre più inquietante per i lavoratori monoreddito e per le loro famiglie, che di sicuro si preparano a celebrare la Pasqua nel segno di un'austera disperazione. Non può la politica, che ha il compito precipuo di risolvere i problemi, celare tali vuoti sociali in un contesto, come quello del Fortore, dove quel poco di tessuto produttivo viaggia parallelamente alla presenza del pubblico impiego. Non possono questi lavoratori, con un'età compresa tra i 50 e i 60 anni, essere oggetto di politiche mirate a un marketing personalistico che, invece di inventare nuove soluzioni per scongiurare tali falle, ne crea di nuove venendo meno alla propria missione. I lavoratori non molleranno ed i sindacati, al loro fianco, faranno il possibile per sostenere la loro causa, che è unica, nel suo genere".

www.ilquaderno.it

“All’ombra della torre”


L’associazione Trediciarchi, con il patrocinio del Comune di Riccia, ha aderito alla Giornata di Primavera 2010, che si terrà nei giorni di sabato 27 (ore 9-13) e domenica 28 marzo (ore 10-13 / 15-18), durante i quali saranno svolte, a cura dei soci, delle visite guidate nel borgo antico del paese.
La Giornata FAI di Primavera, giunta alla sua diciottesima edizione, è una manifestazione che offre la possibilità di fruire gratuitamente di alcuni dei beni (normalmente non accessibili al pubblico) più belli ed affascinanti del copioso e variegato patrimonio artistico, archeologico, architettonico e naturalistico nazionale.

I beni culturali aperti, nelle venti regioni, saranno quest’anno ben 590. Nel Molise sono sei i comuni, compreso il capoluogo, che prenderanno parte all’iniziativa. In essi sono previsti l’apertura di monumenti e di palazzi pubblici e privati, oltre a percorsi guidati nei centri storici; dell’organizzazione generale si è fatta carico la Delegazione del Fondo Ambiente Italiano di Campobasso.

È la prima volta che Riccia partecipa all’evento e si spera, anche grazie alla sua risonanza e alla promozione fatta dello stesso sul territorio molisano e in Italia, che sia l’occasione buona per mostrare e fare conoscere le attrattive del centro storico ad un numero consistente di visitatori provenienti da fuori.
I soci dell’Associazione saranno impegnati ad illustrare le vicende storiche e le caratteristiche architettoniche ed artistiche del Castello dei de Capua, della chiesa di Santa Maria delle Grazie, tra le opere rinascimentali meglio conservate in Molise, del cinquecentesco palazzo del Magazzeno, sulla cui reale funzione sociale c’è ancora da indagare e che oggi ospita uno tra i più forniti musei della civiltà contadina della regione per numero di pezzi recuperati.

Il programma già prevede nella mattinata di sabato la partecipazione degli studenti dell’Istituto omnicomprensivo di Riccia. Spiegazioni a tema saranno tenute per gli alunni delle scuole elementari e medie e per quelli del triennio dell’Istituto professionale per l’agricoltura. La Domenica sarà interamente dedicata alle visite guidate nel borgo, e sono attesi i soci della Delegazione di Campobasso dell’Accademia Italiana della Cucina.

L’associazione Trediciarchi è fermamente convinta che la rivitalizzazione dei centri storici è di importanza strategica per i nostri paesi; una rivitalizzazione che deve passare non solo attraverso la conservazione e la difesa del valore storico artistico dei monumenti in essi esistenti, ma anche per mezzo di uno sviluppo sostenibile, urbano e turistico, in modo che vi possano risorgere attività commerciali ed artigianali. I borghi antichi, spesso percepiti soltanto come luoghi della memoria, devono invece tornare ad essere luoghi per viverci, non più appendici abbandonate, deturpate e rovinate, ma spazi di aggregazione sociale e di appartenenza distintiva della comunità. Queste manifestazioni, crediamo, vanno nella direzione di fare conoscere le peculiarità dei nostri centri storici e, soprattutto, ci aiutano ad avere coscienza e reale percezione della ricchezza che abbiamo a disposizione, anche se troppe volte sembra che facciamo di tutto per nascondercelo.

giovedì 25 marzo 2010

Il libro di Di Meo


Domani 26 marzo alle ore 17.30, presso la biblioteca provinciale “A. Mellusi” di Benevento verrà presentato l’ultimo lavoro del giornalista Simone Di Meo, «Faida di camorra» (Newton Compton editore. Oltre all’autore, interverranno il parroco di San Modesto, don Nicola De Blasio, e il giornalista Marzio Di Mezza. Modererà Billy Nuzzolillo.

L’evento rientra nell’ambito della sezione “Legalità” della rassegna “Nonsololibri”, promossa dall’associazione Sanniopress Onlus con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Benevento ed il sostegno di Eurogronde, Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio, Aesse Stampa, Piscina Solaria e Messaggio d’Oggi.

Il libro è ambientato a Secondigliano, dove c’è il più grande mercato della droga d’Europa. È qui che si combatte la spaventosa faida di camorra tra il clan del boss latitante Paolo Di Lauro e il gruppo degli “spagnoli”, una guerra che miete settanta vittime tra il 2004 e il 2005.

I killer delle due cosche decapitano traditori, uccidono e danno alle fiamme le fidanzate, i padri e le madri dei nemici e appiccano il fuoco a decine di negozi e appartamenti per snidare i rivali. Di Meo ha il coraggio di raccontare una storia avvincente come un romanzo ma terribile come la realtà.

mercoledì 24 marzo 2010

Comunità Montana del Fortore, i sindacati: i vertici hanno disertato nuovamente l'incontro

Data l'importanza della vicenda postiamo un nuovo articolo pubblicato da ilquaderno.it sulla vicenda dei dipendenti della Comunità montana del Fortore messi in mobilità.

I segretari generali provinciali della CGIL FP di Benevento, Felice Zinno, della UIL FPL, Antonio Pagliuca, e della Cisl Fp, Antonio Forgione hanno inviato una nota in cui affermano che “ancora una volta i vertici della Comunità Montana del Fortore hanno preferito disertare l’incontro con le organizzazioni sindacali e i lavoratori programmato per oggi, presso il locale ufficio del lavoro”.

“Con grande senso di responsabilità – proseguono - i lavoratori hanno accettato un ulteriore rinvio della riunione del collegio di conciliazione al giorno 7 aprile pur rimanendo molto scettici sulla volontà di risolvere realmente la problematica. E’ evidente l’intento dilatorio teso a non volere risolvere un problema gravissimo che investe 17 persone messe in disponibilità in modo illegittimo e in contrasto con il comportamento tenuto dalle altre Comunità Montane, ignorando, inoltre, le indicazioni provenienti dalla Regione Campania e dai vertici dell’Uncem. Noi continueremo la nostra battaglia perché siano ritirati i provvedimenti di messa in disponibilità dei lavoratori, in attesa delle determinazioni della nuova amministrazione regionale”.

www.ilquaderno.it

martedì 23 marzo 2010

Fas, fondi sottratti al Sud

"L'assurdo e complice silenzio dei politici meridionali presenti nei partiti nazionali ha permesso la spoliazione dei Fondi aree sottoutilizzate", lo ha affermato Antonio Gentile presidente de L'Altro Sud-UDS. "Si tratta di risorse vitali, in gran parte destinate al Mezzogiorno, ma utilizzate per altri scopi dal governo Berlusconi. Dal risanamento dei comuni di Roma, Catania, Palermo alle Quote latte, dall'emergenza rifiuti all'Ici", ribadisce Gentile. L'Altro Sud ha, pertanto, inviato all'Unione Europea un dettagliato dossier su questa vergognosa vicenda, chiedendo alle istituzioni competenti d'intervenire e costringere il Governo italiano a restituire le risorse sottratte ai territori meridionali. Ulteriori iniziative saranno prossimamente attuate su questo tema.

www.laltrosud.it

lunedì 22 marzo 2010

Oggi la giornata mondiale dell'acqua


Oggi si celebra per la 7° volta la Giornata mondiale dell’Acqua, evento di rilevanza internazionale (oltre 100 nazioni partecipano all’iniziativa promossa dall’Onu), perché il problema del diritto all’acqua e della riduzione delle risorse del pianeta, è un’emergenza vitale per tutti gli esseri viventi.

Il programma degli eventi prevede un calendario di attività nei comuni di Telese Terme e Sassinoro a anche oggi e domani. Ecco gli artisti che hanno aderito al progetto: Appesi a un filo, Andrea De Balsi con Angelo Mastrangelo, Vena Viola, Il pozzo di San Patrizio, Capone Bungt & Bangt, Andrea Rivera.

venerdì 19 marzo 2010

Baselice, ampliamento del campo polivalente


Ristrutturazione e ampliamento del campo polivalente in via Luigi Capuano. Questo il prossimo obiettivo dell’esecutivo di piazza Convento. La giunta comunale infatti ha deliberato nei giorni scorsi il progetto definitivo dell’opera. Presenti il sindaco, Domenico Canonico, gli assessori Giuseppe Ferro, Salvatore Brancaccio e Romano Zeolla, assente per motivi personali Pasquale Stravato. “L’iniziativa – afferma il primo cittadino – va nella direzione di migliorare i servizi dedicati ai più giovani. E questo dimostra un’ulteriore attenzione di questa maggioranza consiliare verso questo segmento della società baselicese. Avere un punto di aggregazione è molto importante per una crescita sana delle nuove generazioni”. Il progetto prevede un costo di 329.200 euro. Il Comune si è impegnato a contribuire alla realizzazione dell’opera per un importo del 10 per cento.

giovedì 18 marzo 2010

I rifiuti e l'eterna emergenza

Ci risiamo. Torna l’incubo della monnezza. Che strano. Proprio a ridosso delle elezioni regionali. E ancora una volta a pagare le inadempienze degli altri sarà il Sannio. Ecco la protesta del presidente della Provincia di Benevento.

"Basta con lo scaricare l'emergenza rifiuti altrui sul territorio sannita. Anche noi, per i Consorzi rifiuti del beneventano, non sappiamo a che santo votarci; ma con la differenza, rispetto a Napoli, che nessuno ci ascolta, mentre l'immondizia ce la mandano lo stesso".
E' stato questo il commento del presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, nell'apprendere della decisione di trasportare presso lo Stir di Casalduni (Benevento) molte decine di tonnellate di rifiuti ogni giorno provenienti dall'area del casertano e del napoletano.

"Non è possibile - sottolinea - che l'emergenza rifiuti venga scaricata ancora una volta sul Sannio. Non è possibile che la Provincia di Benevento venga lasciata senza risorse finanziarie mentre viene obbligata a pagare i dipendenti dei Consorzi rifiuti. Ancora oggi nessuno ci ha spiegato il motivo per il quale non sia stato applicato per i lavoratori dei Consorzi rifiuti del beneventano lo stesso trattamento riservato a quelli del Consorzio Unico Napoli/Caserta. Non è possibile che una legge dello Stato destini per Caserta e Napoli le risorse finanziarie per i lavoratori in soprannumero dei Consorzi e per il Sannio no. Questa è una norma anticostituzionale che crea una pesante discriminazione tra i cittadini e i lavoratori delle aree interne e quelli delle aree costiere. Questo andazzo deve finire. Non si possono umiliare così le persone delle aree interne con la solita logica: i soldi vanno a Napoli, la spazzatura di Napoli a Benevento".

mercoledì 17 marzo 2010

I dipendenti della Comunità montana e la politica

Postiamo un articolo apparso sul quotidiano online ilquaderno.it dal titolo "Comunità Montana del Fortore, CGIL, CISL e UIL: Spina non si è presentato all'incontro di oggi".

Le organizzazioni sindacali CGIL FP, CISL FP e UIL FPL hanno tenuto oggi un incontro presso la Direzione Provinciale del Lavoro per discutere della situazione che affligge i 17 dipendenti della Comunità Montana del Fortore.

“In tale sede – si legge in una nota congiunta del sindacato - non è stato possibile esperire il previsto tentativo di conciliazione obbligatoria poiché né il presidente Zaccaria Spina, né un suo delegato hanno provveduto a garantire la propria presenza. Per questo motivo è stata indetta una nuova convocazione prevista per mercoledì 24 marzo. A seguire i lavoratori hanno tenuto un sit-in presso la sede prefettizia, cui è succeduto un incontro con il vice prefetto vicario, Rita Circelli. Erano presenti, insieme ai familiari dei lavoratori, anche i sindaci dei comuni di Baselice, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti".

tratto da wwwilquaderno.it

Acqua di rubinetto? Sì grazie


Imbrocchiamola! Bere acqua del rubinetto è la scelta ecosostenibile che vi proponiamo in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua. L'iniziativa Imbrocchiamola, uno degli appuntamenti proposti da Ridurre si può, promuove in collaborazione con Altreconomia l'uso dell'acqua di rubinetto a casa, al ristorante, in pizzeria al bar: per ridurre i consumi di acque minerali, per evitare sprechi di energia e risorse, per diminuire la produzione di rifiuti plastici, per abbattere le emissioni di anidride carbonica causate dai camion che trasportano le bottiglie.

L'Italia ha il record mondiale del consumo procapite di acque minerali. Questo significa un grande spreco di risorse, montagne di bottiglie di plastica da smaltire e tante emissioni di CO2 per il trasporto su gomma che potrebbero essere risparmiate. Per questo invitiamo tutti a preferire l'acqua del rubinetto. Visitate www.imbrocchiamola.org per conoscere tutti i dettagli della campagna e gli esercizi che aderiscono all'iniziativa. Con Imbrocchiamola parte anche la campagna di informazione rivolta ai cittadini e alle amministrazioni locali per promuovere l'uso "dell'acqua del Sindaco", per diffondere buone pratiche come la divulgazione sistematica dei dati sulla qualità delle acque di rubinetto e l'eliminazione delle acque imbottigliate nelle mense scolastiche.

martedì 16 marzo 2010

Parla in dialetto meridionale e viene licenziato

Postiamo un articolo che ci ha inviato il movimento politico l'Altro sud.

Un maestro di origini campane, attualmente supplente in una scuola di Pordenone, ha perso il suo incarico per aver usato, durante le lezioni espressioni dialettali. Al docente, che ha 40 anni, erano state affidate in settembre due classi ma i genitori, ascoltando i racconti dei figli, hanno protestato con la dirigente scolastica. Dopo un accertamento le autorità scolastiche non hanno rinnovato al supplente il contratto di lavoro.

www.laltrosud.it